RASSEGNA STAMPA

Il Mattino di Padova
7 aprile 2002
di Aldo Comello

Il vescovo ai politici: "Date un'anima alla Comunità"
L'Europa dell'euro e quella di Dio
"Ruggero Menato: "L'Unione è in tasca ma non in testa"

Il filo rosso che lega la collana di principi etici, valoriali, di strategia politica, che costituiscono l'offerta delle Chiese all'Europa che verrà, brilla in una frase della Charta Ecumenica del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa: "Dobbiamo contrastare il pericolo che l'Europa si sviluppi in un ovest integrato e un est disintegrato".
"Occorre evitare ogni forma di eurocentrismo e rafforzare la responsabilità dell'Europa nei confronti dell'intera umanità". Ieri, a Casa San Pio X, l'incontro organizzato dalla diocesi, ha la serietà e l'efficacia di uno stage di formazione destinato ai responsabili della politica. Dopo l'intervento del vescovo Antonio Mattiazzo, a monsignor Attilio Nicora, vicepresidente della Commissione degli episcopati della Comunità europea, si chiede un miracolo: far luce su più di mille anni di storia, illuminando gli incroci tra potere politico e religione. Nicora, personaggio straordinario (negli ambienti ecclesiali è soprannominato Kappa 2: altissimo e freddissimo) fa il miracolo.
"Le radici cristiane dell'Europa - aveva detto Mattiazzo - sono ineludibili". E ha citato quella lotta notturna piena di mistero tra Giacobbe e l'angelo, incontro-scontro che lascia il segno nel corpo dell'uomo (Israele vuol dire colui che lotta con Dio) ma nella luce della benedizione angelica e che ha un parallelo nel confronto tra due libertà: quella dell'Europa, quella della religione. L'Unione Europea è un universo in espansione, da 15 a 27 membri, soffia un possente vento dell'est: Polonia, Ungheria, Ucraina si candidano ad entrare. Padova, con la sua Università, ha esercitato un magnetismo continentale: studenti e docenti dal mondo. Padova con la sua diocesi estende il suo apostolato ai padovani che lavorano in Francia, in Belgio, in Germania, prende contatti con la chiesa ortodossa, con i monaci, è presente in Romania e in Ucraina. "Abbiamo una parrocchia dedicata a Santo Stefano d'Ungheria - dice Mattiazzo - c'è un forte legame culturale ed anche religioso con la città rumena di Jasi". La chiesa, o meglio le chiese, stanno dunque mettendo il cemento confessionale per saldare realtà altrimenti centrifughe e disintegrate.
"Si tratta - dice Nicora - di tenere insieme i diversi nel segno della libertà". Ma l'obiettivo di far vivere un'anima comune, un'anima di valori, passa attraverso la crisi etico-spirituale dell'Europa". Si nota, infatti, una crescente fatica di vivere. Non sono mancati nel percorso di formazione dell'Europa elementi laico-illuministici, basti pensare a Monnet, a Spaak, a Spinelli, ma era un laicismo che aveva secolarizzato i valori cristiani. Ora è diverso: il pensiero debole, l'onnipotenza delle biotecnologie, la rincorsa di modelli consumistici americani, la privatizzazione dei valori religiosi, succhiano identità all'Europa sovrastata dagli Stati Uniti, aggredita dalle tigri del Far-East, Cina, Giappone e India. Il messaggio della Chiesa può vivificare l'Europa, salvarne la civiltà con principi come la dignità della persona umana che viene da Dio fatto uomo, la civiltà dell'arte e della cultura come insieme dell'umano, del sacro e del bello; il valore del lavoro anche manuale perché è categoria dello spirito; la non riducibilità delle istanze religiose nei diritti civili perchè in Europa il palazzo del governo e la cattedrale si affacciavano sulle stesse piazze.Ruggero Menato, direttore del Cir, nel confronto finale, ha detto: "Con la moneta unica abbiamo l'Europa in tasca. Non basta, bisogna farla passare dalla tasca alla testa. Nel 2004 entreranno in un'Europa spopolata dal calo demografico quelli che noi oggi chiamiamo extracomunitari. Forse vecchie ferite ricomincerano a sanguinare. Un mio amico olandese, peraltro di ottimo carattere, a volte mi zittiva dicendo: "Taci, tu sei papista".
Paolo Giaretta, senatore della Margherita: "I nuovi stati che entreranno nell'Unione costituiscono il 30 per cento della popolazione, ma appena il 7 per cento del Pil. La nuova Europa deve fare della solidarietà la stella polare del suo cammino".
Dal confronto emerge anche qualche amenità: ci si lamenta che l'Unione Europea di fronte a problemi di questa portata si occupi del lardo di colonnata e del calibro del pisello.
Tra gli intervenuti anche il senatore Tino Bedin, Mariella Mazzetto, Elisabetta Casellati, l'assessore comunale Domenico Menorello, l'assessore valoriale, Antonio De Poli.

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22 aprile 2002
rs-074
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