RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
23 marzo 2002
di Francesca Visentin

PROVINCIA Il centro sinistra accusa l'assessore di "gestione personalistica della carica istituzionale"
L'Ulivo chiede la testa della Slepoj
Al centro delle critiche il "Manifesto della cultura" che non è stato discusso in consiglio

"Gestione personalistica dell'assessorato e uso strumentale della sua carica istituzionale". Queste le accuse del centro-sinistra a Vera Slepoj, colpevole, secondo Margherita e Democratici di sinistra, "di un grave comportamento discriminatorio e di mancanza di trasparenza nel suo operato".Motivo della levata di scudi del centro-sinistra è il "Manifesto della Cultura" attorno a cui l'assessore Slepoj ha coinvolto un centinaio di associazioni, senza però presentare il documento nè al Consiglio Provinciale, nè alla Commissione Cultura. "Nessuno conosce i contenuti di questo 'Manifesto' - ha fatto notare Mariano Schiavon capogruppo della Margherita - nemmeno la II° Commissione Cultura, la meno convocata di quelle istituite, continuamente scavalcata dalle scelte della Slepoj, che usa l'assessorato provinciale alla cultura per iniziative rivolte a se stessa". Ha rincarato la dose Alessandra Pampaloni, capogruppo consigliare dei Ds: "Perché la Slepoj non ha invitato a fare parte del Manifesto tutte le associazioni iscritte all'Albo provinciale? In base a quali criteri ha scelto solo un centinaio di gruppi? Perché ha escluso dall'iniziativa anche quelle associazioni che un anno fa avevano ideato per prime l'idea del 'Manifesto', come Arcinova e Gherswin?". Domande che il centro-sinistra porterà mercoledì in consiglio, con un'interrogazione che, hanno anticipato, "denuncerà il comportamento dell'assessore Slepoj". In quell'occasione, Margherita e Ds chiederanno anche al presidente Casarin la convocazione di un consiglio straordinario per discutere la politica culturale della Provincia. Bruno Baggio, vicepresidente del Consiglio Provinciale, si è scagliato contro "le dichiarazioni offensive dell'assessore Slepoj nei confronti delle associazioni che manifestavano pacificamente dissenso al suo metodo di fare cultura". Baggio ha evidenziato: "Una persona che rappresenta l'istituzione e la cultura, non può usare espressioni come "patologici, malati di mente", rivolte a chi è in disaccordo con lei. Con queste premesse, il suo invito al dialogo è poco credibile. L'assessore Slepoj usa l'istituzione solo per la sua immagine, ma dovrebbe ricordarsi che non siamo ancora in un regime. Ci aspettiamo che anche il presidente Casarin non tolleri questo atteggiamento". Alessandra Pampaloni ha aggiunto: "Se la Slepoj ha saltato l'albo delle associazioni per presentare il suo 'Manfesto', con quale criterio sceglierà a chi distribuire i 139.000 euro di contributi che arriveranno dalla Regione?". Il centro-sinistra sostiene che "l'assessore Slepoj ha espropriato i compiti del Consiglio" e ha segnalato "un altro grave episodio discriminatorio", indicando ciò che è successo in occasione delle iniziative dell'8 marzo. "Nessuna delle sei consigliere provinciali, né di minoranza, né di maggioranza - ha affermato Alessandra Pampaloni - è stata invitata alla presentazione delle iniziative per la festa della donna. Inoltre, nel libretto 'Forum delle associazioni femminili', stampato dall'assessorato alla cultura, non sono state inserite tante associazioni femminili dell'area di centro-sinistra". Intanto, Marina Bastianello presidente Arcinova, ha scritto a Casarin rivendicando l'idea originaria del 'Manifesto della Cultura' e chiedendo al presidente di prendere le distanze "dalle offese con cui la Slepoj ha apostrofato le associazioni che manifestavano contro la sua iniziativa".

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24 marzo 2002
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