BEDIN - Al Ministro delle Infrastrutture - Premesso che giovedì 24 febbraio 2005 si è registrato l'ennesimo incidente ferroviario che ha interessato la Bassa padovana con la rottura di un locomotore all'altezza della stazione di Sant'Elena, che ha determinato pesantissimi ritardi per sette convogli ferroviari a danno delle centinaia di pendolari diretti a Padova;
considerato che:
- per i pendolari della Bassa padovana si tratta dell'ennesimo disagio, che colpisce il particolare gli utenti della linea Mantova-Monselice;
- ad esempio a metà gennaio circa 350 passeggeri sono stati lasciati a piedi dal treno regionale che da Rovigo arriva a Padova alle 7.23, a causa della rottura della motrice all'altezza della stazione di Battaglia Terme;
- analoghi disservizi colpiscono anche altre linee ferroviarie della provincia di Padova, con frequenza sempre crescente;
- la qualità del servizio è generalmente scadente con poche carrozze in proporzione al numero dei passeggeri e con vetture spesso sporche;
- oltre a fattori di disagio sono presenti fattori di rischio: ad esempio nella Bassa padovana, zona soggetta a frequenti nebbie, il tratto ferroviario Monselice-Mantova dispone di un solo binario;
- aver bandito una gara per il contratto di servizio pubblico su rotaia nel Veneto orientale, prevedendo una riduzione sensibile dei fondi (circa 30 per cento), certo non giova alla qualità del servizio;
preso atto che:
- sono circa tremila gli esposti che viaggiatori maltrattati hanno Procura della Repubblica di Padova per denunciare la situazione del trasporto ferroviario e che la stessa Procura ha deciso l'apertura di un procedimento;
- la regione Veneto non ha ritenuto necessario individuare, nel bilancio regionale, fondi aggiuntivi per il servizio pubblico su rotaia nella Bassa padovana;
- gli amministratori comunali del Veneto sono intervenuti ufficialmente a difesa dei loro concittadini con una recente nota dell'Anci del Veneto, in cui si dice tra l'altro: "Migliaia di persone utilizzano il treno per raggiungere i luoghi di lavoro e di studio ma sono costretti a fare i conti con disponibilità ridotte di corse e con conseguente sovraffollamento dei vagoni, ritardi e incurie. E a pagare, oltre al prezzo del biglietto, il prezzo salato di queste odissee sono principalmente i pendolari";
- di questa situazione dà atto anche Trenitalia, che avrebbe condotto uno studio sulle tratte di maggiore disagio della rete ferroviaria veneta e sarebbe pronta ad intervenire;
valutato che:
- qualunque pendolare si avvalga del servizio ferroviario deve subire sovraffollamento, ritardi, sporcizia;
- il sovraffollamento dei mezzi dipende probabilmente anche da risorse pubbliche insufficienti destinate alla mobilità pubblica;
- si sono già verificate proteste da parte dei viaggiatori con blocchi delle linee ferroviarie, che potrebbero assumere carattere più determinato in mancanza di soluzioni;
- va nella direzione opposta agli impegni assunti dall'Italia con il protocollo Kyoto aver scelto di fatto il servizio di trasporto pubblico su gomma nella Bassa padovana, anziché quello su rotaia;
- l'intasamento della Strada regionale 10 e della Strada statale 16 avrebbe consigliato di dirottare il pendolarismo su rotaia, anziché su gomma;
- la Divisione trasporto regionale del Veneto di Trenitalia sembra orientata a dare risposte inadeguate alla soluzione del problema in tale area; in particolare non sembra orientata ad un confronto con le istituzioni territoriali;
chiede di sapere se il Governo, per quanto di sua competenza, intenda:
- attuare un intervento efficace ed urgente presso Trenitalia per migliorare i trasferimenti di migliaia di cittadini padovani;
- valutare la qualità e la congruità del contratto di servizio tra la Regione Veneto e Trenitalia ed eventualmente porre le condizioni per la rinegoziazione;
- richiedere lo studio di Trenitalia sulla rete ferroviaria veneta e farne oggetto di confronto con i rappresentanti degli utenti e degli enti locali.