PROVINCIA DI PADOVA

Silenzio dei rappresentanti istituzionali
È toccato a Ciampi raccontare
ai padovani la loro fede

E solo il Presidente ha ricordato la lotta padovana per la libertà e la democrazia

commento di Tino Bedin
per "La Difesa del Popolo" di Padova

C'è una Padova che i rappresentanti delle istituzioni padovane non hanno detto a Ciampi e che è toccato a Ciampi dire ai padovani. In Salone, nel discorso centrale della sua visita padovana, il presidente della Repubblica ha citato le radici cristiane di questa terra. Non lo aveva fatto nessuno dei tre padovani che avevano parlato prima di lui. E non perché gli fosse sfuggito. Domenica i due quotidiani locale hanno riportato la lettera in cui il sindaco Giustina Mistrello Destro ringrazia i padovani "per aver presentato le diverse anime della città: la cultura, lo studio, l'arte, la ricerca, l'imprenditoria". Eppure Carlo Azeglio Ciampi aveva iniziato la sua visita a Padova dal Santo, dalla basilica simbolo della fede dei padovani.
Dunque non sarebbe stato stonata sulla bocca delle istituzioni padovane anche la parola "fede", che non è associazionismo, non è terzo settore, non è solidarietà: è questo, ma molto di più nella vita e nella storia dei padovani. Il miracolo del Nordest è fatto anche di parroci e di parrocchie, che educando alla fede hanno tenute insieme le comunità ai tempi dell'emigrazione, le hanno preservate dall'alienazione, le hanno tenute pronte per la nuova vita.
Non ho la pretesa che in tempi cui si celebrano i miracoli dell'impresa si sia disposti a pensare che i miracoli solitamente hanno altra… fonte. Ma da padovano membro di un'istituzione nazionale mi sarebbe piaciuto che al mio presidente della Repubblica fosse presentata con fierezza anche questo capitolo della nostra vita.
Per fortuna ci ha pensato Ciampi, prima al Santo e poi in Salone.
Questo presidente ha memoria di quello che origina un'identità. Lo ha dimostrato anche in un'altra parte di vita padovana che egli ha dovuto ricordare ai padovani: la loro libertà. Non sarebbe guastata, nei discorsi ricchi di citazioni che Ciampi ha ascoltato, anche la citazione del motto della nostra università: "Universa universis patavina libertas". Così, per ricordare che il nostro Studio è importante per la ricerca e importante per la medicina, ma nei secoli ha educato soprattutto alla libertà.
Per fortuna ci ha pensato Ciampi. Ad Egidio Meneghetti, il rettore della Resistenza, egli ha dedicato un numero significativo di righe nel suo discorso istituzionale. Lo ha fatto da "discepolo" di quella scuola di democrazia e libertà che è stata l'Università di Padova. Queste righe del discorso di Ciampi precedono di poco le indicazioni che egli ha poi voluto proporre non solo a padovani a proposito di democrazia e di istituzioni. Anche questa collocazione non è casuale. Perché le istituzioni repubblicane devono sì pensare allo sviluppo, alla ricchezza, alle imprese: ma il loro compito è di far amare e di praticare la democrazia e la libertà, che sole garantiscono lo sviluppo di tutti e la ricchezza per molti.

24 marzo 2002

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27 marzo 2002
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