"Lavorare per il mio territorio è l'unica cosa che avrò da fare"
Preziose per l'Italia le famiglie e le botteghe artigiane padovane
Due le condizioni di vita al primo posto nelle soluzioni: la mobilità e le sicurezze

intervista a Tino Bedin
candidato al Senato nel collegio di Este
Come, dove e perché è stata decisa la sua candidatura?
"Con la mia candidatura nel collegio senatoriale dei Colli Euganei e della Bassa Padovana l'Ulivo intende rinnovare il patto che aveva stretto cinque anni fa. Io sono grato ai miei concittadini di avermi aiutato a fare il parlamentare: i risultati che sul piano sociale e su quello territoriale sono stati raggiunti in questa parte della provincia, sono la diretta conseguenza del continuo legame con il territorio che ho mantenuto nel mio lavoro. Da questo legame nasce ora la proposta di continuare una rappresentanza operosa. Del resto non avrei potuto accettare di essere candidato altrove".
Si identifica con un movimento, un partito o uno spezzone della società civile?
"La società padovana non è fatta di… spezzoni. Ha una sua unità, anche se si diversifica nell'esprimere speranze e paure. Io mi identifico nell'insieme di questa società; spontaneamente, perché ne sono figlio, mi ha formato, vi lavoro. Il mio impegno costante al Senato è stato quello di far assomigliare un po' di più a noi, a noi padovani sia l'Italia che l'Europa. Continuerò a farlo, se avrò il mandato dai miei concittadini: credo infatti che i valori delle nostre famiglie e la operosità delle nostre botteghe artigiane siano molto preziosi al futuro dell'Italia.
"Di mio, in aggiunta, ci metto il riferimento alla comunità ecclesiale, dentro la quale è maturato il mio impegno politico. Ci metto la storia del cattolicesimo politico che ad Abano, Piove di Sacco ed Este ha avuto nel corso dei decenni figure molto importanti per la crescita della giustizia sociale e del benessere diffuso".
Si riconosce pienamente nelle alleanze del partito che la candida?
"Sono convinto che il Veneto, l'Italia e l'Europa di questo nuovo millennio hanno bisogno di una politica che guarda al futuro e non al passato. Sono convinto che l'Ulivo sia una risposta adeguata: originale anche se impegnativa, che costringe a misurarsi sui problemi della società e non sulle contrapposizioni ideologiche. Il Partito Popolare, che è la formazione politica cui aderisco, ha accettato questa sfida sul futuro. La condivido perché una società nuova ha bisogno di cose nuove anche nella rappresentanza politica".
Può descrivere brevemente il suo programma?
"Ho già detto del metodo del mio lavoro, che è parte del programma: io sarò qui nel mio collegio anche dopo il 13 maggio. Lavorare per il mio territorio è l'unica cosa che avrò da fare. Il territorio è fatto prima di tutto di persone: donne e uomini. Far partecipare alla pari donne e uomini alla vita familiare e sociale è un obiettivo di stabilità collettiva sul quale investire. Il territorio è poi condizione di vita. Due di queste condizioni sono ai primi posti. La mobilità è la maggiore difficoltà per tutta questa parte della provincia, sia nel bacino termale che nel Piovese che nell'Estense. Bisogna far partire subito i lavori (già finanziati) della Statale 10 e dell'autostrada Valdastico Sud; la Strada dei Vivai va completata ed attrezzata; l'accesso al Bacino Termale è una scelta strategica. Dopo l'elettrificazione della linea, bisogna rendere la ferrovia Montagnana-Monselice un vero servizio di trasporto. La ferrovia da Padova per Chioggia passando per Piove non deve restare un'ipotesi. L'altra condizione di vita sono le sicurezze. E' l'attesa più sentita dalle famiglie: sicurezza delle proprie case, sicurezza del cibo, sicurezza della cura medica, sicurezza dell'ambiente. Dobbiamo essere sicuri di noi. Con una politica operosa ci riusciremo".
Può sintezzare i punti deboli del programma degli avversari?
"Mi pare che gli elettori non abbiano bisogno di… suggerimenti per vederli".
Il Gazzettino di Padova
3 maggio 2001
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