PIOVE DI SACCO

Diario / DOMENICA 24 MARZO 2019

Raduno provinciale dell'Associazione famiglie caduti e dispersi
La famiglia è lo scudo più resistente
contro la guerra

L'organizzazione di Aimo Trolese, in collaborazione con il Comune e la Parrocchia
   Il raduno provinciale dell'Associazione nazionale Famiglie caduti e dispersi in guerra mi riporta a Piove di Sacco. L'essere stato capogruppo in commissione Difesa del Senato durante la mia rappresentare della Bassa padovana ha creato legami e attenzioni che continuano. Tra questi c'è quello con il cav. Aimo Trolese, anima delle Associazioni combattentistiche di Piove di Sacco, che mi ha invitato a questo appuntamento. Il cav. Trolese è il presidente locale dell'Associazione dei familiari dei caduti e dispersi in guerra e quest'anno tocca a Piove di Sacco ospitare le associazioni consorelle per l'annuale raduno provinciale che di volta in volta percorre l'intera provincia di Padova. Il sindaco Davide Giannella ha subito collaborato - come è tradizione della città - all'appuntamento e l'arciprete don Massimo Draghi ha aperto le porte del duomo di San Martino per la messa celebrata da don Alberto Celeghin, rettore del Tempio dell'Internato Ignoto di Terranegra.
In duomo arriviamo partendo dal municipio con un corteo aperto da decine e decine di bandiere e labari delle associazioni combattentistiche, sia locali sia della provincia di Padova. C'è il sindaco con la sua amministrazione. Ci sono i comandanti delle Forze dell'Ordine attive nel Piovese. Ci sono le famiglie. A fare gli onori di casa è ovviamente il cav. Aimo Trolese, assieme al presidente sia provinciale che regionale dell'Associazione nazionale Famiglie caduti e dispersi in guerra, Adriano Baldan. In chiesa la santa messa è accompagnata dal Coro del Duomo diretto dal maestro Gianni Pasqualotto.
L'omelia di don Alberto Celeghin è ricca di richiami civili, attenta all'attualità in cui trasfondere il senso del ricordo e il valore della morte e della privazione. Proprio don Celeghin è al momento della comunione protagonista involontario di un'apprensione collettiva, per un malore che lo coglie sull'altare. Lo supera, tanto che raggiunge a piedi la lettiga prontamente arrivata con il 118.
Prima di lasciare il duomo, don Celeghin raccomanda al sindaco di aggiungere al discorso che farà anche il suo saluto. Davide Giannella lo fa volentieri poco dopo davanti al monumento ai Caduti, dove la cerimonia continua. Parlano anche il presidente Adriano Baldan e il cav. Aimo Trolese. A concludere con un sole primaverile che comincia a scaldare, c'è la Corale "Altipiano" di Brugine, che sotto la guida di Caterina Patella propone alcune canti di combattenti e di montagna.
Un raduno essenziale, questo di Piove di Sacco, che proprio per questo dà valore non solo al ritrovarsi come comunità, ma anche - soprattutto - alla persistenza della memoria e alla centralità di questa memoria, che è l'affetto familiare. C'è infatti una caratteristica specifica dell'Associazione nazionale Famiglie caduti e dispersi in guerra, che la rende unica tra le associazioni combattentistiche: quella di riportare le vittime della guerra là da dove sono partite, tra i loro familiari; cosicché è l'intera famiglia a diventare vittima di guerra, ma la famiglia diventa anche lo scudo più resistente contro la guerra. Qui infatti più a lungo si conserva il dolore e la memoria, perché i vuoti lasciati dalla guerra si tramandano nelle generazioni. Qui si è imparato necessariamente a ricominciare: resi più deboli dall'assenza di caduti e dispersi, i superstiti hanno dovuto ricavare da se stessi le forze mancanti e quasi sempre ce l'hanno fatta, rendendo più forte l'intera comunità, come testimonia il "miracolo economico" del Dopoguerra e come confermano cerimonie come quella di domenica 24 marzo a Piove di Sacco che tengono vivo proprio lo spirito di comunità.

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5 aprile 2019
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Tino Bedin