PARTITO DEMOCRATICO

Diario / VENERDÌ 10 FEBBRAIO 2017

Corte costituzionale e legge elettorale
Sopravviverà il partito a vocazione maggioritaria?
Rileggendo Valter Veltroni nove anni dopo
   La Corte costituzionale ha depositato ieri le motivazioni della sentenza con la quale ha fatto decadere alcune parti della legge elettorale per la Camera dei deputati. L'Italicum dovrà essere riscritto e l'esito più probabile appare un adeguamento alla legge elettorale per il Senato. Anche questa legge è frutto di una decisione della Corte costituzionale e reintroduce il metodo proporzionale nella scelta dei parlamentari.
Se così sarà, finirà una stagione istituzionale ed anche politica. Finirà non solo il tempo dell'Ulivo e del centro-sinistra; probabilmente finirà anche il Partito Democratico, che i fondatori avevano indicato come "partito a vocazione maggioritaria", non solo per i contenuti ma anche per il sistema elettorale nel quale il partito è nato. Le prospettive di divisione in effetti sono ben chiare e il segretario nazionale Matteo Renzi non risulta adatta alla… tessitura.
Proprio un 10 febbraio, era il 2008, a Spello, in Umbria, Walter Veltroni ha tenuto il suo "Discorso per l'Italia". Ne faccio qualche citazione, un po' per nostalgia, un po' per speranza.
Il destino dell'Italia. "Cominciare da qui, da questa piazza, da questo borgo, con alle spalle questo magnifico panorama italiano, è un modo per dire a cosa pensiamo: non al destino di questo o quel leader, non a questo o quel partito, ma al destino dell'Italia, al nostro Paese, alla sua struggente e meravigliosa bellezza e alla sua storia grande e tormentata, alle gravi difficoltà del suo presente e alle straordinarie potenzialità del suo futuro". "Non bisogna aver paura del nuovo. Il futuro è l'unico tempo in cui possiamo andare".
Quale politica? "Mettere al primo posto il bene del Paese, al primo posto l'amore per le istituzioni. Quello che nelle ultime settimane avrebbe dovuto far scegliere non la propria presunta convenienza, ma la riscrittura delle nostre regole comuni: una legge elettorale per la stabilità e la riduzione della frammentazione del sistema politico, una sola Camera legislativa, la riduzione del numero dei Parlamentari e dei costi della politica".
Il Partito democratico, unire l'Italia. "Noi siamo pronti… Abbiamo deciso, unilateralmente, di correre liberi. Liberi, più che soli" "Gli occhi degli italiani hanno visto troppo odio e divisioni in questi anni. Unire l'Italia, restituirle forza e orgoglio di sé". "Per questo è nato il Partito Democratico. Per unire l'Italia. Per provare a superare una volta per sempre la politica faziosa e settaria. Per raccogliere le energie migliori del Paese attorno ad un programma di riforme che affrontino i mali strutturali che lo affliggono da troppo tempo. Per dare alla politica un respiro nuovo". "E' la politica intesa come lotta per grandi principi e grandi valori: la libertà, la giustizia, la pace… Ed è la politica come impegno concreto per risolvere i problemi quotidiani delle persone, per rendere più lieve la vecchiaia, la malattia, la solitudine, per incoraggiare la speranza di una giovane coppia che pensa di mettere al mondo un figlio ma prima deve risolvere la sua prima preoccupazione, quella della casa; per aumentare le opportunità per chi vuole mettere alla prova i propri talenti".

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pd-021br> 23 febbraio 2017 scrivi al senatore
Tino Bedin