PARTITO DEMOCRATICO

Diario / SABATO 18 APRILE 2015

La salute in Veneto e in Toscana
in un confronto promosso da Claudio Sinigaglia
La sanità del Veneto
non è più la seconda d'Italia

Si è isolata e ha perso posizioni - Ricominciare con il ripristino dell'integrazione tra sociale e sanitario
   Claudio Sinigaglia continua la sua attività di documentazione e proposta sulle politiche della Regione Veneto in vista delle elezioni regionali del 31 maggio. Sabato 18 aprile alle 10 organizza all'hotel Galileo di Padova (via Venezia 30) un dialogo dal titolo "La Sanità del Veneto a confronto con la Toscana e il Patto della Salute". Il sottotitolo "Eravamo secondi in Italia, ora siamo quinti!" fotografa la lentezza con la quale la giunta Zaia procede rispetto al sistema nazionale di sicurezza sanitaria e sociale; è anche il punto di partenza per proporre ai veneti un cambio di passo con un cambio di presidente della regione.
Lo stile di questi appuntamenti proposti da Claudio Sinigaglia non è però quello della propaganda e della opposizione a prescindere. Infatti tra i relatori ha invitato Domenico Mantoan, il direttore generale dell'Area socio-sanitaria in Regione, il quale descrive obiettivi e traguardi raggiunti, con un quadro veritiero sulla carta, ma certamente non collimante con l'esperienza quotidiana di pazienti e di famiglie. Schiettezza non partigiana anche per i due esperti venuti da "fuori": la senatrice Nerina Dirindin (capogruppo del Pd nella Commissione Sanità) e il prof. Gavino Macciocco, docente di Politica sanitaria all'Università di Firenze, che della sua regione descrive i difetti e i risultati in tema di salute.
La parlamentare padovana Margherita Miotto, che nella sua azione politica ha sempre privilegiato il settore socio-sanitario, insiste sul ritardo del Veneto e soprattutto sulla urgenza che il Veneto ritorni al proprio interno e in Italia capofila delle politiche sociali e sanitarie, smettendola di attardarsi nell'isolamento e nella contrapposizione al governo.
A dare cornice e prospettiva al dialogo è comunque l'esperienza di Claudio Sinigaglia, con i suoi cinque anni da vicepresidente della commissione regionale Sanità e con la rete territoriale di associazioni, istituzioni e operatori che ha tenuta viva condividendo la scelte compiute in regione e prima in municipio a Padova.
Proprio per la sua attitudine alla concretezza non rinuncia a raccontare "Le balle di Zaia…". Chiede ai presenti quante volte hanno sentito ripetere da Zaia questa frase: "È un dato che negli ospedali veneti un pasto costì 6,5 euro, 60 euro in quelli siculi"? E commenta: "Affermazione straordinaria! Ma in quale ospedale siciliano un pasto costa questa cifra? Se fosse vero che in Sicilia un pasto in ospedale costi 60 euro, allora bisogna chiedersi come mai la corte dei conti non interviene immediatamente, avanzando una richiesta di danno erariale! E perché Zaia non denuncia realmente questo ospedale? In realtà le cose non stanno così come dimostra l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Il prezzo più alto (19 euro) per un pasto lo troviamo a Bari, quello più basso (10,2 euro) la Toscana. I 6,5 euro dichiarati da Zaia non si raggiungono nemmeno prendendo in considerazione il pasto senza la distribuzione a letto, si raggiungerebbe un minimo di 10,08 euro!".
Per le attese delle cose non fatte e che il Partito Democratico si impegna a cambiare, ricorda l'affossamento del progetto del nuovo ospedale di Padova, affossamento che è anche un simbolo dell'isolamento crescente cui la Lega sta sottoponendo il Veneto ed ora anche Padova. Nuovo ospedale significa anche tenere alta la Sanità in Veneto e favorire flussi sia di medici sia di pazienti dall'Europa. Anche a Camposampiero - nota ancora Sinigaglia - le promesse non sono state mantenute: il centro traumatologico non si è fatto. Nella Bassa padovana l'indebitamento dell'Ulss derivante dal nuovo ospedale è lo specchio di un indebitamento sempre più preoccupante delle azienda sanitarie del Veneto.
Si è infine rotta una storia di civiltà e di socialità del Veneto smantellando il settore sociale, anche strutturalmente in Regione e affidando tutto alla Sanità, perfino il finanziamento delle scuola materne paritarie. L'integrazione socio-sanitaria è il nuovo punto di partenza per la salute dei veneti da cui la Regione ripartirà con la guida di Alessandra Moretti.

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25 aprile 2015
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Tino Bedin