ECONOMIA E LAVORO

ANTOLOGIA

Il Mattino di Padova
8 febbraio 2017
r. s.

Il confronto Irpef 2008-2014: sotto i 15 mila euro il calo più significativo
Padova. La crisi ha colpito i redditi bassi
L'imponibile generale non è calato di molto: da 3,63 miliardi di euro del 2008 a 3,59 miliardi del 2014

PADOVA - Calano i contribuenti ma crescono i redditi medi, anche a fronte di una flessione pesante di quelli più bassi. È stato questo l'andamento delle dichiarazioni Irpef dei padovani fra 2008 e 2014 per come li descrivono le statistiche del ministero dell'Economia e delle Finanze.
Guardando al numero dei contribuenti che accedono alle addizionali comunali e regionali, la perdita in provincia di Padova si attesta intorno al 6,7%, tra i 125 mila contribuenti del 2008 e i 117 mila del 2014. Ma a fronte di uno sfoltimento delle dichiarazioni dei redditi, l'imponibile generale non è calato di molto tra i 3,63 miliardi di euro del 2008 e i 3,59 miliardi di euro del 2014. Da questa sostanziale stabilità viene una media pro capite che è cresciuta di poco più di 1.800 euro in sette anni, dai 28.884 euro del 2008 ai 30.690 euro del 2014. Una buona notizia per chi un lavoro a Padova ce l'ha e lo ha mantenuto che conferma la provincia tra le più ricche d'Italia e la prima in Veneto anche in termini di Pil provinciale pro capite.
E tuttavia, mai come in questo caso, è la poesia popolare a venire in aiuto di chi vuole portare i numeri ad aderire alla realtà dei padovani: "Da li conti che se fanno seconno le statistiche d'adesso risurta che te tocca un pollo all'anno", scriveva Trilussa nella celebre poesia "La Statistica" "e, se nun entra nelle spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perché c'è un antro che ne magna due".
A ben guardare infatti, a fronte di una crescita dei redditi medi dei padovani intorno al +6,4% sono proprio gli oltre 54 mila contribuenti con i redditi più bassi - quelli tra gli 0 e i 15 mila euro - quelli che hanno subito la flessione più forte: per chi non era riuscito a superare i 10 mila euro annui è stata del 3,6% tra i 4.919 euro medi del 2008 ai 4.741 del 2014. Meno pesante il calo dei redditi medi di chi è riuscito a racimolare nel 2014 tra i 10 mila e i 15 mila euro e che ha perso 132 euro in 7 anni.
A corroborare maggiormente l'andamento positivo della media sono stati i super ricchi, quelli che avevano dichiarato oltre 120 mila euro nel 2014 (mediamente 214.500 euro quell'anno), che in 7 anni hanno guadagnato oltre 2.300 euro in più.
"Questi dati confermano la sensazione che si ha guardano la situazione reale dei lavoratori e delle famiglie", spiega Christian Ferrari, segretario della Cgil di Padova. "Risulta evidente che ad aver pagato il prezzo più altro della crisi sono proprio le fasce di lavoro più debole le cui sorti sono state ben diverse da quelle di altre categorie di contribuenti". E se sono proprio i redditi più bassi a vedere una contrazione dei propri volumi economici e del numero dei contribuenti, una spiegazione secondo i sindacalisti è facile: "Non solo abbiamo assistito durante la crisi ad una contrazione dei posti di lavoro", spiega Sabrina Dorio, segretario della Cisl di Padova e Rovigo, "in parte riassorbita da settori come il terziario, ma abbiamo anche dovuto vedere una crescita costante della precarizzazione del lavoro e del lavoro nero che ha sottratto la possibilità a molti anche di accedere alle statistiche fiscali del Mef".


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