ECONOMIA E LAVORO

Diario / VENERDÌ 24 GENNAIO 2020

Assisi, Sacro Convento
L'uomo e la Terra
sono la misura dell'economia

Incontro dei firmatari del Manifesto di Assisi
   Venerdì 24 gennaio Assisi ospita sia fisicamente sia in diretta streaming i firmatari del Manifesto per "un'economia a misura d'uomo contro la crisi climatica" (il Manifesto di Assisi), documento che vede tra i suoi promotori Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, Padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, Ettore Prandini, presidente Coldiretti, Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola e Francesco Starace, numero uno di Enel. Iniziativa di cui il gruppo Sole Ore è media partner. I firmatari ad Assisi sono un migliaio; molti altri, come me che ho sottoscritto il Manifesto tre mesi fa, partecipano grazie alla diretta organizzata dalla Fondazione Symbola.
Il clima culturale e sociale che si respira ad Assisi è assai stimolante: vi contribuisce certamente lo spirito francescano, ma anche lo spirito di collaborazione di un'Italia che vede alleati soggetti anche molto diversi nella risposta alla crisi climatica immaginata come una sfida che può migliorare società ed economia. Sia gli interventi istituzionali, numerosi, sia quelli di approfondimento guardano avanti, fanno sperare. Stefano Zamagni propone di lavorare in sede internazionale per il riconoscimento dell'ambiente come bene comune. Opportunità di lavoro come sono individuate nella responsabilità sociale delle imprese, nell'economia circolare, nella valorizzazione dei piccoli Comuni e del loro territorio, in un nuovo compito della finanza.
La Comunità francescana di Assisi lascia come segno della partecipazione e di riconoscimento reciproco il Tau verde, quasi simbolo della nuova alleanza.
La "Carta" di questa alleanza è già scritta: l'enciclica Laudato si' di Papa Francesco. È proprio per la corrispondenza del Manifesto all'enciclica che l'ho sottoscritto. Quest'anno cade il quinto anniversario della pubblicazione dell'enciclica: vale la pena ricordarlo, perché è una delle profezie di questo Papa, cui finalmente i giovani stanno dando gambe nel mondo. ". Assisi non dà delle carezze a Greta e ai giovani, dà delle risposte. Perché sono coloro che hanno in mano i gangli del potere a rispondere con dei gesti. Credo che questo sia l'aspetto più interessante", ha sottolineato uno dei promotori, padre Enzo Fortunato del Sacro Convento di Assisi.
Padre Enzo Fortunato ama spesso ripetere una un'espressione che i primi frati ascoltavano da san Francesco d'Assisi: "Io ho fatto la mia parte". È anche lo spirito del Manifesto che abbiamo sottoscritto.
"I nostri problemi - è scritto nella seconda parte del documento - sono grandi e antichi: non solo il debito pubblico ma le diseguaglianze sociali e territoriali, l'illegalità e l'economia in nero, una burocrazia spesso inefficiente e soffocante, l'incertezza per il presente e il futuro che alimenta paure. Ma l'Italia è anche in grado di mettere in campo risorse ed esperienze che spesso non siamo in grado di valorizzare. Noi siamo convinti che non c'è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c'è in Italia. (…) Noi, in ogni caso, nei limiti delle nostre possibilità, lavoreremo in questa direzione, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno".
Alla fine di questo lavoro ciascuno di noi firmatari si augura di poter ripetere "Io ho fatto la mia parte".

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13 marzo 2020
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Tino Bedin