ECONOMIA E LAVORO |
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Diario / MERCOLEDÌ 17 MAGGIO 2017 |
L'Istat presenta "Il Rapporto annuale 2017" ![]() |
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L'ascensore sociale funziona solo verso il basso Per i piani alti ci vuole una chiave e sono sempre gli stessi ad averla, così crescono le diseguaglianze |
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![]() ![]() Quest'anno c'è anche la novità di una fotografia scattata per gruppi sociali invece che per le storiche classi sociali; un'operazione sociologica, prima che statistica, certamente discutibile: nel senso che da sola offre motivi di confronto anche politico, anche legislativo. Anche la "sostanza" del Rapporto offre a Parlamento e governo molto lavoro. Alla fine del lungo periodo di crisi - descrive, ad esempio, l'Istat - la diseguaglianza è aumentata nella maggior parte dei paesi europei. Le difficili condizioni dell'economia hanno influito in particolare sui livelli di diseguaglianza dei redditi di mercato (lavoro e capitale). Solo l'intensificarsi dell'azione redistributiva pubblica ha mitigato l'incremento della diseguaglianza dei redditi disponibili. La capacità redistributiva dell'intervento pubblico è in Italia tra le più basse in Europa, nel corso della recessione è aumentata meno che altrove mostrando la difficoltà del sistema welfare nel contrapporsi alle forze di mercato. La forbice della diseguaglianza taglia la vita. Il 6,5 per cento degli italiani rinuncia alle visite mediche per motivi economici. Il Rapporto segnala inoltre che ad una diseguale distribuzione dei redditi corrisponde una diversa capacità di adottare stili di vita salutari e che la speranza di vita è correlata con il livello di istruzione. L'indice di natalità è sceso a 1,27 figli per donna ed è il più basso d'Europa. Il saldo tra i nati e i morti in Italia è stato negativo di 134 mila persone. Le Nazioni Unite si sono date l'Agenda 2030 con 17 obiettivi; l'obiettivo 10 è "Ridurre l'ineguaglianza all'interno e fra le Nazioni". L'Italia non vi sta certo contribuendo; anzi - secondo i dati del Rapporto - rallenta il percorso globale in materia, visto che il problema delle diseguaglianze sociali è lontano dall'essere affrontato. La forbice della diseguaglianza taglia il futuro. La diseguaglianza - ed è il secondo contenuto del Rapporto che più preoccupa - è destinata a durare perché le differenze si sono cristalizzate. L'ascensore sociale si è bloccato; peggio: apre la porta solo per scende; per i piani alti ci vuole una chiave e sono sempre gli stessi ad averla. Negli Stati Uniti, la ricercatrice dell'Università di Princeton Lauren Rivera ha rilevato che "i figli delle famiglie all'apice della gerarchia sociale monopolizzano l'accesso alle buone scuole, alle università più prestigiose e ai lavori meglio pagati". Il Rapporto dell'Istat mostra che anche in Italia per entrare nella élite socio-economica l'impegno e le capacità contano sempre meno. Infatti l'origine familiare condiziona la riuscita dei percorsi scolastici e lavoratori dei ragazzi. Insomma il padre operaio e il figlio stanno tutti e due al piano terra, mentre il padre laureato fa salire il figlio ai piani alti. Per decenni è stata la scuola il più attivo ascensore sociale. Oggi non più. È scritto nella sintesi del Rapporto: "Il 40% dei figli in famiglie con un livello d'istruzione basso non va oltre la licenza media, mentre poco più di uno su dieci riesce a ottenere un titolo universitario. All'opposto, l'incidenza dei titoli di licenza media è meno del 4% tra i figli dei laureati che hanno un titolo di studio universitario in oltre il 60% dei casi". Blocco dell'ascensore sociale e accesso all'istruzione meriterebbero di stare ai primi posti dell'agenda politica. Tutti vediamo e leggiamo che non è così. Probabilmente non lo sarà neppure nella prossima campagna elettorale, che servirà a poco perché non discutendo della vita non invoglierà ad andare a votare. |
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la-078 30 giugno 2017 |
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