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L'Ulivo ha già avviato l'Unione su questa strada
Portare in Europa
l'Italia dei consumatori
Il prossimo Parlamento italiano avrà un ruolo decisivo per la sicurezza alimentare

di Tino Bedin

L'educazione alimentare è certamente importante. La molteplicità dell'offerta e l'aggressività della proposta commerciale richiedono una preparazione specifica, alla quale sono chiamate a contribuire sia le agenzie educative (famiglia, scuola), sia quelle della salute (servizio sanitario), sia quelle istituzionali (comuni e regione).
L'educazione alimentare è tuttavia solo un capitolo del più ampio progetto di sicurezza alimentare alla quale devono contribuire altri soggetti, in collaborazione con quelli che abbiamo citati.
Il primo, determinante soggetto è l'Unione Europea. La sicurezza alimentare infatti è legata a due settori, la cui competenze  sono prevalentemente europee: la qualità della produzione agricola e la circolazione delle merci. Sono settori nei quali solo la dimensione europea è oggi in grado di determinare decisioni che siano a tutela dei consumatori.
Pensiamo al "mercato aperto" a livello mondiale che in gran parte è stato realizzato. Le trattative sia con le altre grandi aree sviluppate, sia con le ancora più grandi aree in ritardo di sviluppo sono oggi condotte dall'Unione Europea non solo come istituzione autonoma ma anche a nome degli stati membri.
Pensiamo alla scelta del tipo di agricoltura che l'Europa si trova di fronte: ad esempio nell'adottare o meno sementi geneticamente modificate.
L'Europa - almeno nelle scelte politiche e programmatiche - ha deciso di assumere un ruolo in questo campo. Anzi il presidente Romano Prodi nell'introduzione al suo programma quinquennale ha indicato proprio la sicurezza alimentare e quindi la qualità della vita come l'obiettivo che l'Unione deve porsi non solo dal punto di vista tecnico ma soprattutto dal punto di vista politico, cioè come condizione perché i cittadini dell'Europa sentano la loro Unione come amica e non come una burocrazia estranea o come un tributo da pagare inevitabilmente alla globalizzazione.
L'Europa tuttavia deve essere portata poi a comportamenti coerenti con questo obiettivo. Da questo punto di vista il ruolo del Parlamento italiano si dimostra sempre più decisivo.
In questi cinque anni l'obiettivo centrato della partecipazione dell'Italia alla fondazione della moneta unica ci ha consentito di assumere progressivamente un ruolo di indirizzo e di contrattazione nelle politiche dell'Unione. Contemporaneamente abbiamo lavorato per rafforzare il ruolo del parlamento nazionale nelle decisioni europee.
E' una strada che è all'inizio ma che va perseguita come uno degli impegni della prossima legislatura.
Nella legislatura che si è conclusa il parlamento italiano ha, ad esempio, votato due leggi che spingeranno necessariamente l'Unione Europea a modificare i propri comportamenti. Una è la legge sulla etichettatura dell'olio d'oliva. Sembra una questione tecnica, invece è un tema di grandissima rilevanza: quello della informazione sull'origine dei prodotti. L'Italia ha sostenuto che olio italiano sia quello prodotto con olive italiane e non con olive spremute in Italia ma maturate ovunque. L'Italia chiedeva che così fosse scritto sull'etichetta. L'Europa - in base alle norme vigenti - non ha convalidato questa decisione. E' una battaglia appena cominciata, sulla quale comunque il dibattito è aperto e credo che si vincerà.
L'altra legge che voglio citare è quella sull'impiego di traccianti nel latte in polvere destinato alla alimentazione degli animali, in modo che non possa essere rigenerato come latte destinato all'alimentazione umana. Anche in questo caso le norme dell'Unione sono più arretrate rispetto ad esigenze che i cittadini avvertono ormai come diritti.
Uno degli impegni continui della prossima legislatura sarà quello di consentire in ogni fase e per ogni prodotto l'individuazione dell'origine degli alimenti. E' un impegno che il Parlamento italiano assume per sé ma anche in Europa. Non è un impegno facile: la globalizzazione alimentare e della grande distribuzione ha creato negli ultimi decenni posizioni di forza e di resistenza ben munite. Per questo è necessaria una rappresentanza parlamentare che abbia a cuore l'Italia dei molti e non dei pochi; l'Europa dei consumatori e non solo quella dei venditori.


7 aprile 2001
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Tino Bedin