SENATO DELLA REPUBBLICA
Servizio Studi
Ufficio ricerche nel settore giuridico e storico-politico

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Il  sistema  elettorale  francese
(ballottaggio, triangolazioni, desistenza)

Dossier
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INDICE

1. Il sistema elettorale francese: il doppio turno di collegio

2. Gli schieramenti politici al primo turno

3. Il secondo turno: dati quantitativi

4. “Triangolari” potenziali e “triangolari” effettivi

5. La desistenza a destra

6. La desistenza a sinistra: la “disciplina repubblicana

7. I 106 “triangolari potenziali” nel 1997

8. I 79 “triangolari effettivi” nel 1997

 

1. Il sistema elettorale francese: il doppio turno di collegio.

La formula elettorale del sistema francese per l’Assemblea nazionale è quella dello scrutinio maggioritario a due turni 1 nell'ambito di 577 collegi (circonscriptions) uninominali (555 per il territorio metropolitano, 17 per i dipartimenti d’oltremare e le collettività territoriali e 5 per i territori d’oltremare). Solo le elezioni del 16 marzo 1986 si svolsero con lo scrutinio proporzionale ad un turno: la legge del 10 luglio 1985 che aveva così previsto fu sostituita infatti con la legge 11 luglio 1986 che ripristinò per la grandissima parte il precedente sistema, a tutt’oggi in vigore.
I candidati che abbiano ottenuto al primo turno la maggioranza assoluta dei voti validi (50% + 1) sono subito proclamati eletti, a condizione che i voti conseguiti siano pari ad almeno un quarto (25%) del numero degli elettori iscritti nelle liste del collegio (art. L 126 del codice elettorale2).
Ove tale quorum non sia raggiunto, si fa luogo, la domenica successiva, ad un secondo turno, al quale possono concorrere i soli candidati che abbiano conseguito al primo turno almeno il 12,5 3 per cento del totale degli iscritti del collegio (art. L 162-3; è anche necessario avere il medesimo candidato supplente). Va sottolineato come il 12,5% degli iscritti corrisponde sostanzialmente ad una percentuale ben più alta dei voti validi: in concreto può essere necessario aver conseguito più del 20% dei voti. Se un solo candidato ha superato tale soglia, passa al ballottaggio anche il candidato classificato secondo, senza riguardo alla percentuale di voti ottenuti. Se nessun candidato ha superato tale soglia, passano al ballottaggio i due candidati più votati, senza riguardo alla percentuale di voti ottenuti.
Chi consegue al secondo turno la maggioranza dei voti viene eletto e, in caso di parità, viene eletto il più anziano di età (art. L1264).
Il codice elettorale prevede (art. R 98) che le candidature siano ricevute dalla prefetture a partire dal quarto lunedì antecedente il primo turno e, per il secondo turno, a partire dalla proclamazione dei risultati del primo turno. Le candidature devono essere depositate – per il secondo turno – entro il martedì a mezzanotte (art. L. 162: le elezioni si svolgono tra due domeniche successive, una domenica per ogni turno); un ritardo nel conteggio provoca lo spostamento del termine al mercoledì. Il ritiro della candidatura può avvenire entro lo stesso limite posto alla candidatura stessa ed è, come quest’ultima, registrato (art. R100)5.
La disciplina elettorale riproduce6 nelle linee essenziali il modello elettorale introdotto nel 1958, all'indomani del referendum di approvazione della Costituzione della V^ Repubblica. Un sistema simile era stato in uso fra il 1928 ed il 1940, senza riuscire ad impedire l'avvento di una forma di governo a multipartitismo estremo. Nell’esperienza della V^ Repubblica, invece, l'effetto sulla rappresentanza parlamentare operò in un primo tempo attraverso la marginalizzazione del peso relativo delle forze politiche poste all'estremità dello schieramento politico. Ad esempio, alle elezioni del '58, il PCF si vide attribuire - avendo riportato mediamente il 19 per cento dei voti al primo turno ed il 20 per cento al secondo - soltanto il 2 per cento del totale dei seggi. In prosieguo di tempo, la formula elettorale maggioritaria a due turni prese ad espletare i suoi effetti anche nel senso della bipolarizzazione del sistema dei partiti. Con l'emergere di un partito conservatore (cioè quello gollista) capace di conquistare da solo la maggioranza, le opposizioni di sinistra si trovarono costrette a concludere intese elettorali per non essere drasticamente penalizzate nell'attribuzione dei seggi.
Si andò così delineando quel sistema della "disciplina repubblicana" alla stregua del quale la forza politica che, nell'ambito dello stesso schieramento, ha sostenuto il candidato meno votato al primo turno, fa convergere i propri voti sul candidato risultato più forte, privilegiando l'obiettivo del conseguimento di una rappresentanza parlamentare rispetto alla riaffermazione della propria identità. Nel contempo, le formazioni politiche che avevano, sotto la IV Repubblica, rappresentato il centro di matrice cattolica e liberale, si trovarono costrette a schierarsi sull'uno o sull'altro dei poli in via di aggregazione.

2. Gli schieramenti politici al primo turno.

Ripercorsi così i tratti essenziali del sistema elettorale e politico francese, potrà essere utile esaminare come il doppio turno abbia funzionato nelle più recenti elezioni, ed in particolare in quella del 1997, a partire dagli schieramenti iniziali.
Va premesso che le forze che fanno parte dello schieramento di sinistra presentano – salvo talune eccezioni, talvolta di carattere locale, il cui significato politico non appare generalizzabile – propri distinti candidati al primo turno elettorale. E’ perciò normale trovare in competizione al primo turno un candidato del PS, uno del PCF, uno dei verdi e uno per ciascuno degli altri schieramenti di sinistra.
Nello schieramento di destra, invece, i candidati dei maggiori partiti non si presentano – anche qui salvo eccezioni7, sempre possibili – in concorrenza. In ciascun collegio si troverà in genere o il candidato del RPR o un candidato della “galassia” dell’UDF. Ovviamente vi sono anche altre forze politiche minori di destra che presentano propri candidati.
A parte si colloca il caso del FN che, come è noto, è un partito di estrema destra cui la destra “tradizionale” si oppone8. Il candidato del FN è stato quindi in competizione elettorale nei collegi sia con i vari candidati della sinistra, sia con il candidato della destra.
E’ normale trovare in competizione al primo turno, nella grandissima parte dei collegi, tra dieci e venti candidati appartenenti a liste diverse, tra le quali si trovano numerosi concorrenti con scarsissime possibilità di passare al secondo turno.

3. Il secondo turno: dati quantitativi.

Nel 1997 il secondo turno si è effettuato in 565 collegi su un totale di 577. I candidati passati al secondo turno sono stati 1197, molti dei quali, come meglio si vedrà in seguito, hanno “desistito”, vale a dire non si sono poi presentati al secondo turno per considerazioni di opportunità politica. La gran parte (409) di questi ballottaggi ha visto di fronte un candidato UDF o RPR, da una parte, e uno di sinistra dall’altra (socialista in 334 collegi, comunista in 19, altri candidati di sinistra nei restanti collegi).
Il ballottaggio – come sopra ricordato - si può svolgere tra due candidati o tra più di due candidati, a seconda di quanti passano la soglia del 12,50% degli aventi diritto la voto.
Dei 565 collegi dove è stato necessario un ballottaggio, in 459 solo due hanno passato la soglia del 12,50%. Nel 1993 questo numero era pari a 456. Ciò conferma che nella gran parte dei casi - circa l’80% - i ballottaggi sono “a due”. Una più consistente differenza tra le due ultime competizioni elettorali – 1997 e 1993 - si coglie valutando il numero di collegi con tre o più candidati al ballottaggio: nelle elezioni del 1997, è stato di 105. Nel 1993 il numero era decisamente più basso: 41.
La differenza tra le cifre relative ai ballottaggi a tre – 41 nel 1993 e 105 (ben più del doppio) nel 1997 - evidenzia una maggiore incertezza nel risultato nella competizione elettorale più recente, in cui si è registrato il recupero della sinistra e il buon risultato in voti del FN, a fronte della chiara affermazione precedente del RPR-UDF.
Lo conferma il fatto che alle elezioni del 1997 pochissimi candidati sono stati eletti al primo turno: solo 12 (otto socialisti e quattro comunisti) contro gli 80 del 1993.
Il quadro, in sintesi è il seguente:

elezioni seggi
attribuiti al 1^ turno
collegi con due candidati
al ballottaggio
dopo il 1^ turno
collegi con tre o più candidati
al ballottaggio
dopo il 1^ turno
1997 12 459 106
1993 80 456 41

4. “Triangolari” potenziali e “triangolari” effettivi.

Il numero di 106 ballottaggi a tre - quelli che la stampa francese chiama “triangulaires (triangolari)”, perché ci sono normalmente tre candidati (è raro che siano più di tre, i quadrangulaires) – è un numero potenziale che dipende – come detto - dall’avere o meno superato il 12,5% degli elettori iscritti nelle liste del collegio, non dei voti. Si è anche osservato in precedenza come ciò significhi che candidati che hanno conseguito percentuali di voti tra il 13% e il 20% spesso non hanno potuto partecipare al ballottaggio, essendo tali percentuali inferiori al 12,50% degli elettori iscritti.
Il numero effettivo di triangulaires dipende invece dalla eventuale “desistenza”, vale a dire dalla rinuncia, di uno o più tra i candidati, a partecipare al ballottaggio per considerazioni di carattere politico, in genere legate all’opportunità di favorire un altro candidato di schieramento politico affine o meno lontano. In caso di desistenza la competizione elettorale in un collegio con tre candidati - passati al secondo turno - si risolve in un ballottaggio a due.
Naturalmente a monte di tutto – vale a dire prima del primo turno - vi sono accordi nazionali, sia a destra che a sinistra9 sulla distribuzione territoriale delle candidature, tesi a distribuire le forze sui collegi secondo i principi del massimo rendimento elettorale e dell’equilibrio politico interno. Come si è già osservato, questi accordi funzionano in modo diverso negli schieramenti:
* a destra, per lo più come “desistenza previa”, nel senso che UDF e RPR schierano normalmente un solo candidato - e non uno ciascuno – in ogni collegio;
* a sinistra (socialisti, comunisti, verdi e altri) ciascuno presenta un proprio candidato per collegio.
Perciò – oltreché per i motivi sotto illustrati - è più frequente che, in caso di “triangolare” al secondo turno in un collegio, la “desistenza” avvenga a sinistra.

5. La desistenza a destra.

Come si è detto, non si riscontra normalmente desistenza a destra. Si può osservare, al riguardo, che:
* nei collegi dove sono passati al secondo turno un candidato di destra e un candidato di destra estrema, non vi è stato in genere accordo politico tra UDF-RPR da una parte e FN dall’altra. Perciò ogni schieramento ha generalmente mantenuto i suoi candidati.
* rari sono stati i collegi dove sono passati al secondo turno due candidati di destra, uno UDF e uno RPR10, perché l’accordo politico è stato previo e quindi, come detto, non di “desistenza” si tratta ma di accordi elettorali UDF-RPR, fin dalla presentazione delle candidature al primo turno, basati in genere su equilibri politici territoriali per lo più consolidati.


6. La desistenza a sinistra: la “disciplina repubblicana”.

La desistenza è stata invece frequente a sinistra dove ogni partito ha presentato propri candidati: in 20 collegi ha passato lo sbarramento del 12,50% più di un candidato di sinistra. In questi casi il candidato di sinistra meno votato si è ritirato, secondo un accordo consolidato che, come sopra ricordato, è noto come “discipline républicaine” (disciplina repubblicana). La “disciplina” vale anche nel caso in cui i candidati passati al secondo turno siano solo due ed entrambi di sinistra. E’ successo in 12 collegi: in questi casi il candidato di sinistra che ha avuto più voti al primo turno si è presentato da solo al secondo turno e ha ottenuto il 100% dei voti validi 11.

7. I “triangolari potenziali” nel 1997.

Dei 106 collegi dove sono passati al secondo turno più di due candidati (triangolari “potenziali” di cui si è detto), la distribuzione per schieramento è stata la seguente:
* 78 collegi con un candidato di destra (UDF o RPR) , un candidato di sinistra (in 61 casi socialista e in 5 comunista) e un candidato del FN;
* 19 collegi con due candidati di sinistra e un candidato del FN;
* 8 collegi con due candidati di destra e un candidato di sinistra;
* 1 collegio con un “quadrangolare” tra un candidato PC, un candidato PS, un candidato FN e un altro candidato di destra.

8. I 79 “triangolari effettivi” nel 1997.

Nei 19 collegi dove il triangolare si svolgeva tra un candidato di destra e due di sinistra il triangolare è diventato un ballottaggio a due grazie appunto alla “ discipline républicaine”.
La discipline ha funzionato anche nell’unico quadrangolare (ballottaggio a quattro) dove la desistenza a sinistra ha mutato il quadrangolare in un triangolare, lasciando un solo candidato a confrontarsi con i candidati di destra12.
Poiché a destra non vi è stata sempre desistenza13, degli 8 collegi che hanno visto al ballottaggio due candidati (RPR, UDF e altri) e un candidato di sinistra, tre (quasi la metà) hanno dato effettivamente luogo a triangolari 14.
E’ stata dunque la “ discipline républicaine” (desistenza a sinistra) a ridurre i 106 triangolari “potenziali” al secondo turno a 79 triangolari effettivi, riportati nell’allegato alla presente nota.
La grandissima parte dei triangolari rimasti (76 su 79) si sono svolti tra un candidato di destra (per lo più UDF-RPR), un candidato di sinistra (per lo più PS, ma anche PC, Verdi e altri) e un candidato del FN.
Solo in due casi il triangolare destra/sinistra/FN ha dato origine a desistenze, una del candidato UDF15 e una del candidato PS 16.In entrambi i casi l’indicazione politica era di sbarrare la strada al candidato del FN.
I commentatori sono stati per lo più concordi nel ritenere che l’alto numero di triangolari abbia danneggiato più la destra che la sinistra, anche tenuto conto che 69 dei 76 triangolari sinistra/destra/FN si sono tenuti in collegi dove c’era un deputato uscente UDF o RPR17. La destra – nell’ottica di contrastare i candidati FN - ha criticato la decisione della sinistra di mantenere i candidati nelle triangolazioni dove il proprio candidato aveva conseguito un risultato al primo turno migliore di quello del candidato della sinistra.

NOTE

1 Article L123:
“Les députés sont élus au scrutin uninominal majoritaire à deux tours.”  

2 Article L126, comma 1 e 2:
“Nul n'est élu au premier tour de scrutin s'il n'a réuni:
1° la majorité absolue des suffrages exprimés;
2° un nombre de suffrages égal au quart du nombre des électeurs inscrits.
  

3 Article L162 , comma 2, 3 e 4:
“Sous réserve des dispositions de l'article L. 163, nul ne peut être candidat au deuxième tour s'il ne s'est présenté au premier tour et s'il n'a obtenu un nombre de suffrages au moins égal à 12,5 % du nombre des électeurs inscrits.
Dans le cas où un seul candidat remplit ces conditions, le candidat ayant obtenu après celui-ci le plus grand nombre de suffrages au premier tour peut se maintenir au second.
Dans le cas où aucun candidat ne remplit ces conditions, les deux candidats ayant obtenu le plus grand nombre de suffrages au premier tour peuvent se maintenir au second.”

La percentuale del 12,5% necessaria per accedere al secondo turno elettorale è stata così determinata nel 1976. In origine la soglia era fissata al 5 per cento e poi, nel 1967, al 10 per cento.  

4 Article L126 comma 3 e 4:
“Au deuxième tour la majorité relative suffit.
En cas d'égalité de suffrages, le plus àgé des candidats est élu.”
  

5 Article R100:
“Les candidatures ne peuvent être retirées que jusqu'à la date limite fixée pour le dépôt des candidatures. Le retrait est enregistré comme la déclaration de candidature.”  

6Cfr. Servizio Studi del Senato della Repubblica, La legislazione elettorale, Quaderno di documentazione n. 24, 1994, pagg. 37 e seg.
“Sous réserve des dispositions de l'article L. 163, nul ne peut être candidat au deuxième tour s'il ne s'est présenté au premier tour et s'il n'a obtenu un nombre de suffrages au moins égal à 12,5 % du nombre des électeurs inscrits.
Dans le cas où un seul candidat remplit ces conditions, le candidat ayant obtenu après celui-ci le plus grand nombre de suffrages au premier tour peut se maintenir au second.
Dans le cas où aucun candidat ne remplit ces conditions, les deux candidats ayant obtenu le plus grand nombre de suffrages au premier tour peuvent se maintenir au second.”

La percentuale del 12,5% necessaria per accedere al secondo turno elettorale è stata così determinata nel 1976. In origine la soglia era fissata al 5 per cento e poi, nel 1967, al 10 per cento.  

7 Article L126 comma 3 e 4:
“Au deuxième tour la majorité relative suffit.
En cas d'égalité de suffrages, le plus àgé des candidats est élu.”

7Article R100:
“Les candidatures ne peuvent être retirées que jusqu'à la date limite fixée pour le dépôt des candidatures. Le retrait est enregistré comme la déclaration de candidature.”
7 Cfr. Servizio Studi del Senato della Repubblica, La legislazione elettorale, Quaderno di documentazione n. 24, 1994, pagg. 37 e seg.
7 Può accadere che situazioni locali (ad. es. nel collegio n.1 del dip. di Morbihan ) portino più candidati (spesso si tratta di dissidenti) RPR e UDF a contrapporsi ad altri candidati ufficiali. Ciò ha favorito in più di un caso il candidato FN (in alcuni collegi del dipartimento di Var e nel collegio n. 2 di Corse-du-sud ) o di sinistra (nel collegio n. 4 del dip. di Maine-et-Loire, il candidato verde, terzo al ballottaggio dietro due candidati RPR e UDF, ha conseguito il seggio).
“Sous réserve des dispositions de l'article L. 163, nul ne peut être candidat au deuxième tour s'il ne s'est présenté au premier tour et s'il n'a obtenu un nombre de suffrages au moins égal à 12,5 % du nombre des électeurs inscrits.
Dans le cas où un seul candidat remplit ces conditions, le candidat ayant obtenu après celui-ci le plus grand nombre de suffrages au premier tour peut se maintenir au second.
Dans le cas où aucun candidat ne remplit ces conditions, les deux candidats ayant obtenu le plus grand nombre de suffrages au premier tour peuvent se maintenir au second.”

La percentuale del 12,5% necessaria per accedere al secondo turno elettorale è stata così determinata nel 1976. In origine la soglia era fissata al 5 per cento e poi, nel 1967, al 10 per cento.  

8 Article L126 comma 3 e 4:
“Au deuxième tour la majorité relative suffit.
En cas d'égalité de suffrages, le plus àgé des candidats est élu.”

8 Article R100:
“Les candidatures ne peuvent être retirées que jusqu'à la date limite fixée pour le dépôt des candidatures. Le retrait est enregistré comme la déclaration de candidature.”
8 Cfr. Servizio Studi del Senato della Repubblica, La legislazione elettorale, Quaderno di documentazione n. 24, 1994, pagg. 37 e seg.
8 Può accadere che situazioni locali (ad. es. nel collegio n.1 del dip. di Morbihan ) portino più candidati (spesso si tratta di dissidenti) RPR e UDF a contrapporsi ad altri candidati ufficiali. Ciò ha favorito in più di un caso il candidato FN (in alcuni collegi del dipartimento di Var e nel collegio n. 2 di Corse-du-sud ) o di sinistra (nel collegio n. 4 del dip. di Maine-et-Loire, il candidato verde, terzo al ballottaggio dietro due candidati RPR e UDF, ha conseguito il seggio).
8 Il più recente quadro politico vede il F.N. diviso in due componenti. Nel 1997 lo schieramento era ancora unitario.
“Sous réserve des dispositions de l'article L. 163, nul ne peut être candidat au deuxième tour s'il ne s'est présenté au premier tour et s'il n'a obtenu un nombre de suffrages au moins égal à 12,5 % du nombre des électeurs inscrits.
Dans le cas où un seul candidat remplit ces conditions, le candidat ayant obtenu après celui-ci le plus grand nombre de suffrages au premier tour peut se maintenir au second.
Dans le cas où aucun candidat ne remplit ces conditions, les deux candidats ayant obtenu le plus grand nombre de suffrages au premier tour peuvent se maintenir au second.”

La percentuale del 12,5% necessaria per accedere al secondo turno elettorale è stata così determinata nel 1976. In origine la soglia era fissata al 5 per cento e poi, nel 1967, al 10 per cento.  

9 Article L126 comma 3 e 4:
“Au deuxième tour la majorité relative suffit.
En cas d'égalité de suffrages, le plus àgé des candidats est élu.”

9 Article R100:
“Les candidatures ne peuvent être retirées que jusqu'à la date limite fixée pour le dépôt des candidatures. Le retrait est enregistré comme la déclaration de candidature.”
9 Cfr. Servizio Studi del Senato della Repubblica, La legislazione elettorale, Quaderno di documentazione n. 24, 1994, pagg. 37 e seg.
9 Può accadere che situazioni locali (ad. es. nel collegio n.1 del dip. di Morbihan ) portino più candidati (spesso si tratta di dissidenti) RPR e UDF a contrapporsi ad altri candidati ufficiali. Ciò ha favorito in più di un caso il candidato FN (in alcuni collegi del dipartimento di Var e nel collegio n. 2 di Corse-du-sud ) o di sinistra (nel collegio n. 4 del dip. di Maine-et-Loire, il candidato verde, terzo al ballottaggio dietro due candidati RPR e UDF, ha conseguito il seggio).
9 Il più recente quadro politico vede il F.N. diviso in due componenti. Nel 1997 lo schieramento era ancora unitario.
9 A sinistra, dove al primo turno si presentano più forze, oltre agli accordi interni ai partiti esistono comunque convenzioni interpartitiche con l’obiettivo di massimizzare le possibilità dei candidati. Nel collegio n. 2 del dip. di Essonne, ad esempio, dove il secondo turno è stato disputato dai due candidati di destra, RPR e FN, avendo il candidato socialista ottenuto al primo turno pochi voti in meno del candidato FN, è stato reso noto dalla stampa che il collegio era stato destinato – dagli accordi elettorali nazionali interni – ad altra forza di sinistra, decisione rispetto alla quale il candidato socialista si è presentato come dissidente. La campagna elettorale condotta in forte dissidio interno avrebbe portato ad ottenere la terza posizione, con poco meno della soglia di passaggio al secondo turno.
“Sous réserve des dispositions de l'article L. 163, nul ne peut être candidat au deuxième tour s'il ne s'est présenté au premier tour et s'il n'a obtenu un nombre de suffrages au moins égal à 12,5 % du nombre des électeurs inscrits.
Dans le cas où un seul candidat remplit ces conditions, le candidat ayant obtenu après celui-ci le plus grand nombre de suffrages au premier tour peut se maintenir au second.
Dans le cas où aucun candidat ne remplit ces conditions, les deux candidats ayant obtenu le plus grand nombre de suffrages au premier tour peuvent se maintenir au second.”

La percentuale del 12,5% necessaria per accedere al secondo turno elettorale è stata così determinata nel 1976. In origine la soglia era fissata al 5 per cento e poi, nel 1967, al 10 per cento.  

10 Article L126 comma 3 e 4:
“Au deuxième tour la majorité relative suffit.
En cas d'égalité de suffrages, le plus àgé des candidats est élu.”

10 Article R100:
“Les candidatures ne peuvent être retirées que jusqu'à la date limite fixée pour le dépôt des candidatures. Le retrait est enregistré comme la déclaration de candidature.”
10 Cfr. Servizio Studi del Senato della Repubblica, La legislazione elettorale, Quaderno di documentazione n. 24, 1994, pagg. 37 e seg.
10 Può accadere che situazioni locali (ad. es. nel collegio n.1 del dip. di Morbihan ) portino più candidati (spesso si tratta di dissidenti) RPR e UDF a contrapporsi ad altri candidati ufficiali. Ciò ha favorito in più di un caso il candidato FN (in alcuni collegi del dipartimento di Var e nel collegio n. 2 di Corse-du-sud ) o di sinistra (nel collegio n. 4 del dip. di Maine-et-Loire, il candidato verde, terzo al ballottaggio dietro due candidati RPR e UDF, ha conseguito il seggio).
10 Il più recente quadro politico vede il F.N. diviso in due componenti. Nel 1997 lo schieramento era ancora unitario.
10 A sinistra, dove al primo turno si presentano più forze, oltre agli accordi interni ai partiti esistono comunque convenzioni interpartitiche con l’obiettivo di massimizzare le possibilità dei candidati. Nel collegio n. 2 del dip. di Essonne, ad esempio, dove il secondo turno è stato disputato dai due candidati di destra, RPR e FN, avendo il candidato socialista ottenuto al primo turno pochi voti in meno del candidato FN, è stato reso noto dalla stampa che il collegio era stato destinato – dagli accordi elettorali nazionali interni – ad altra forza di sinistra, decisione rispetto alla quale il candidato socialista si è presentato come dissidente. La campagna elettorale condotta in forte dissidio interno avrebbe portato ad ottenere la terza posizione, con poco meno della soglia di passaggio al secondo turno.
10 V. nota 17 a par. 8.
“Sous réserve des dispositions de l'article L. 163, nul ne peut être candidat au deuxième tour s'il ne s'est présenté au premier tour et s'il n'a obtenu un nombre de suffrages au moins égal à 12,5 % du nombre des électeurs inscrits.
Dans le cas où un seul candidat remplit ces conditions, le candidat ayant obtenu après celui-ci le plus grand nombre de suffrages au premier tour peut se maintenir au second.
Dans le cas où aucun candidat ne remplit ces conditions, les deux candidats ayant obtenu le plus grand nombre de suffrages au premier tour peuvent se maintenir au second.”

La percentuale del 12,5% necessaria per accedere al secondo turno elettorale è stata così determinata nel 1976. In origine la soglia era fissata al 5 per cento e poi, nel 1967, al 10 per cento.  

11 Article L126 comma 3 e 4:
“Au deuxième tour la majorité relative suffit.
En cas d'égalité de suffrages, le plus àgé des candidats est élu.”

11 Article R100:
“Les candidatures ne peuvent être retirées que jusqu'à la date limite fixée pour le dépôt des candidatures. Le retrait est enregistré comme la déclaration de candidature.”
11 Cfr. Servizio Studi del Senato della Repubblica, La legislazione elettorale, Quaderno di documentazione n. 24, 1994, pagg. 37 e seg.
11 Può accadere che situazioni locali (ad. es. nel collegio n.1 del dip. di Morbihan ) portino più candidati (spesso si tratta di dissidenti) RPR e UDF a contrapporsi ad altri candidati ufficiali. Ciò ha favorito in più di un caso il candidato FN (in alcuni collegi del dipartimento di Var e nel collegio n. 2 di Corse-du-sud ) o di sinistra (nel collegio n. 4 del dip. di Maine-et-Loire, il candidato verde, terzo al ballottaggio dietro due candidati RPR e UDF, ha conseguito il seggio).
11 Il più recente quadro politico vede il F.N. diviso in due componenti. Nel 1997 lo schieramento era ancora unitario.
11 A sinistra, dove al primo turno si presentano più forze, oltre agli accordi interni ai partiti esistono comunque convenzioni interpartitiche con l’obiettivo di massimizzare le possibilità dei candidati. Nel collegio n. 2 del dip. di Essonne, ad esempio, dove il secondo turno è stato disputato dai due candidati di destra, RPR e FN, avendo il candidato socialista ottenuto al primo turno pochi voti in meno del candidato FN, è stato reso noto dalla stampa che il collegio era stato destinato – dagli accordi elettorali nazionali interni – ad altra forza di sinistra, decisione rispetto alla quale il candidato socialista si è presentato come dissidente. La campagna elettorale condotta in forte dissidio interno avrebbe portato ad ottenere la terza posizione, con poco meno della soglia di passaggio al secondo turno.
11 V. nota 17 a par. 8.
11 Qualche esempio: nel collegio n. 3 del dipartimento della Senna marittima, dove i candidati della sinistra avevano preso al primo turno rispettivamente: M. Grandpierre (PCF) 26,73% e P. Bourguignon (PS) 29,79%, a fronte del risultato del candidato del FN G. Pennelle (16,67%). La disciplina repubblicana ha funzionato anche in questo caso: il candidato del PCF, deputato uscente di qual collegio, il cui risultato era appena al disotto del candidato del PS, non si è presentato. Così il candidato Bourguignon del PS ha vinto il secondo turno con il 100,00% dei voti. Si ricorda anche il caso Isére 6, dove il candidato G. Biessy (PCF) ha vinto il secondo turno con il 100,00% (primo turno: 27,86%) grazie alla desistenza del candidato C. Chesne (PS) che aveva ottenuto il 20,88% al primo turno. La desistenza che lascia a sinistra un solo candidato al ballottaggio si è verificata in ben 4 collegi del dipartimento di Pas-de-Calais.
“Sous réserve des dispositions de l'article L. 163, nul ne peut être candidat au deuxième tour s'il ne s'est présenté au premier tour et s'il n'a obtenu un nombre de suffrages au moins égal à 12,5 % du nombre des électeurs inscrits.
Dans le cas où un seul candidat remplit ces conditions, le candidat ayant obtenu après celui-ci le plus grand nombre de suffrages au premier tour peut se maintenir au second.
Dans le cas où aucun candidat ne remplit ces conditions, les deux candidats ayant obtenu le plus grand nombre de suffrages au premier tour peuvent se maintenir au second.”

La percentuale del 12,5% necessaria per accedere al secondo turno elettorale è stata così determinata nel 1976. In origine la soglia era fissata al 5 per cento e poi, nel 1967, al 10 per cento.  

12Article L126 comma 3 e 4:
“Au deuxième tour la majorité relative suffit.
En cas d'égalité de suffrages, le plus àgé des candidats est élu.”

12 Article R100:
“Les candidatures ne peuvent être retirées que jusqu'à la date limite fixée pour le dépôt des candidatures. Le retrait est enregistré comme la déclaration de candidature.”
12 Cfr. Servizio Studi del Senato della Repubblica, La legislazione elettorale, Quaderno di documentazione n. 24, 1994, pagg. 37 e seg.
12 Può accadere che situazioni locali (ad. es. nel collegio n.1 del dip. di Morbihan ) portino più candidati (spesso si tratta di dissidenti) RPR e UDF a contrapporsi ad altri candidati ufficiali. Ciò ha favorito in più di un caso il candidato FN (in alcuni collegi del dipartimento di Var e nel collegio n. 2 di Corse-du-sud ) o di sinistra (nel collegio n. 4 del dip. di Maine-et-Loire, il candidato verde, terzo al ballottaggio dietro due candidati RPR e UDF, ha conseguito il seggio).
12Il più recente quadro politico vede il F.N. diviso in due componenti. Nel 1997 lo schieramento era ancora unitario.
12 A sinistra, dove al primo turno si presentano più forze, oltre agli accordi interni ai partiti esistono comunque convenzioni interpartitiche con l’obiettivo di massimizzare le possibilità dei candidati. Nel collegio n. 2 del dip. di Essonne, ad esempio, dove il secondo turno è stato disputato dai due candidati di destra, RPR e FN, avendo il candidato socialista ottenuto al primo turno pochi voti in meno del candidato FN, è stato reso noto dalla stampa che il collegio era stato destinato – dagli accordi elettorali nazionali interni – ad altra forza di sinistra, decisione rispetto alla quale il candidato socialista si è presentato come dissidente. La campagna elettorale condotta in forte dissidio interno avrebbe portato ad ottenere la terza posizione, con poco meno della soglia di passaggio al secondo turno.
12 V. nota 17 a par. 8.
12 Qualche esempio: nel collegio n. 3 del dipartimento della Senna marittima, dove i candidati della sinistra avevano preso al primo turno rispettivamente: M. Grandpierre (PCF) 26,73% e P. Bourguignon (PS) 29,79%, a fronte del risultato del candidato del FN G. Pennelle (16,67%). La disciplina repubblicana ha funzionato anche in questo caso: il candidato del PCF, deputato uscente di qual collegio, il cui risultato era appena al disotto del candidato del PS, non si è presentato. Così il candidato Bourguignon del PS ha vinto il secondo turno con il 100,00% dei voti. Si ricorda anche il caso Isére 6, dove il candidato G. Biessy (PCF) ha vinto il secondo turno con il 100,00% (primo turno: 27,86%) grazie alla desistenza del candidato C. Chesne (PS) che aveva ottenuto il 20,88% al primo turno. La desistenza che lascia a sinistra un solo candidato al ballottaggio si è verificata in ben 4 collegi del dipartimento di Pas-de-Calais.
12 Primo turno: Yves Coquelle (PCF) 25,42%; Albert Facon ( PS ) 25,64%; Urbaniak (DVD) 23,81%; Steeve Briois (FN) 18,06%; Secondo turno: Albert Facon (PS) 52,34%; Jean Urbaniak (DVD) 31,70%; Steeve Briois (FN) 15,96%.
“Sous réserve des dispositions de l'article L. 163, nul ne peut être candidat au deuxième tour s'il ne s'est présenté au premier tour et s'il n'a obtenu un nombre de suffrages au moins égal à 12,5 % du nombre des électeurs inscrits.
Dans le cas où un seul candidat remplit ces conditions, le candidat ayant obtenu après celui-ci le plus grand nombre de suffrages au premier tour peut se maintenir au second.
Dans le cas où aucun candidat ne remplit ces conditions, les deux candidats ayant obtenu le plus grand nombre de suffrages au premier tour peuvent se maintenir au second.”

La percentuale del 12,5% necessaria per accedere al secondo turno elettorale è stata così determinata nel 1976. In origine la soglia era fissata al 5 per cento e poi, nel 1967, al 10 per cento.  

13 Article L126 comma 3 e 4:
“Au deuxième tour la majorité relative suffit.
En cas d'égalité de suffrages, le plus àgé des candidats est élu.”

13 Article R100:
“Les candidatures ne peuvent être retirées que jusqu'à la date limite fixée pour le dépôt des candidatures. Le retrait est enregistré comme la déclaration de candidature.”
13 Cfr. Servizio Studi del Senato della Repubblica, La legislazione elettorale, Quaderno di documentazione n. 24, 1994, pagg. 37 e seg.
13 Può accadere che situazioni locali (ad. es. nel collegio n.1 del dip. di Morbihan ) portino più candidati (spesso si tratta di dissidenti) RPR e UDF a contrapporsi ad altri candidati ufficiali. Ciò ha favorito in più di un caso il candidato FN (in alcuni collegi del dipartimento di Var e nel collegio n. 2 di Corse-du-sud ) o di sinistra (nel collegio n. 4 del dip. di Maine-et-Loire, il candidato verde, terzo al ballottaggio dietro due candidati RPR e UDF, ha conseguito il seggio).
13 Il più recente quadro politico vede il F.N. diviso in due componenti. Nel 1997 lo schieramento era ancora unitario.
13 A sinistra, dove al primo turno si presentano più forze, oltre agli accordi interni ai partiti esistono comunque convenzioni interpartitiche con l’obiettivo di massimizzare le possibilità dei candidati. Nel collegio n. 2 del dip. di Essonne, ad esempio, dove il secondo turno è stato disputato dai due candidati di destra, RPR e FN, avendo il candidato socialista ottenuto al primo turno pochi voti in meno del candidato FN, è stato reso noto dalla stampa che il collegio era stato destinato – dagli accordi elettorali nazionali interni – ad altra forza di sinistra, decisione rispetto alla quale il candidato socialista si è presentato come dissidente. La campagna elettorale condotta in forte dissidio interno avrebbe portato ad ottenere la terza posizione, con poco meno della soglia di passaggio al secondo turno.
13 V. nota 17 a par. 8.
13 Qualche esempio: nel collegio n. 3 del dipartimento della Senna marittima, dove i candidati della sinistra avevano preso al primo turno rispettivamente: M. Grandpierre (PCF) 26,73% e P. Bourguignon (PS) 29,79%, a fronte del risultato del candidato del FN G. Pennelle (16,67%). La disciplina repubblicana ha funzionato anche in questo caso: il candidato del PCF, deputato uscente di qual collegio, il cui risultato era appena al disotto del candidato del PS, non si è presentato. Così il candidato Bourguignon del PS ha vinto il secondo turno con il 100,00% dei voti. Si ricorda anche il caso Isére 6, dove il candidato G. Biessy (PCF) ha vinto il secondo turno con il 100,00% (primo turno: 27,86%) grazie alla desistenza del candidato C. Chesne (PS) che aveva ottenuto il 20,88% al primo turno. La desistenza che lascia a sinistra un solo candidato al ballottaggio si è verificata in ben 4 collegi del dipartimento di Pas-de-Calais.
13 Primo turno: Yves Coquelle (PCF) 25,42%; Albert Facon ( PS ) 25,64%; Urbaniak (DVD) 23,81%; Steeve Briois (FN) 18,06%; Secondo turno: Albert Facon (PS) 52,34%; Jean Urbaniak (DVD) 31,70%; Steeve Briois (FN) 15,96%.
13 Tra i collegi dove vi è stata desistenza a destra si può citare il n. 2 di Haute-Corse.  

14Dei tre collegi con due candidati di destra (RPR-UDF) e uno di sinistra al ballottaggio, al n. 2 di Corse-du-sud è stato eletto il candidato RPR, al n. 4 di Maine-et-Loire è stato eletto il candidato dei Verdi, al n. 3 di Haute-de-Seine è stato eletto il candidato dissidente RPR.
Per quanto riguarda i collegi dove vi è stata desistenza nella destra moderata (UDF-RPR e altri) si possono citare alcuni casi. Nel collegio n. 5 del dip. di Maine-et-Loire, dove il ballottaggio si sarebbe svolto tra due candidati di destra e uno doi sinistra, la desistenza a destra ha favorito la vittoria del candidato UDF al ballottaggio. Così nel collegio n. 3 del dipartimento di Tarn il seggio è stato conquistato al secondo turno dal candidato Jacques Limouzy (RPR) 51,37% contro Jacques Esclassan (PS) 48,63%,dopo la rinuncia del candidato di un partito locale di destra Philippe Folliot che aveva ottenuto al primo turno il 18,10% (primo turno: Jacques Esclassan (PS) =26,81%; Jacques Limouzy (RPR) = 23,00%). Se il candidato di destra non avesse rinunciato è possibile che la dispersione dei voti di destra avrebbe favorito il candidato socialista. In altri collegi sono avvenute vicende analoghe (ad es. nel collegio di Chantonnay, n. 3 della Vendée).
“Sous réserve des dispositions de l'article L. 163, nul ne peut être candidat au deuxième tour s'il ne s'est présenté au premier tour et s'il n'a obtenu un nombre de suffrages au moins égal à 12,5 % du nombre des électeurs inscrits.
Dans le cas où un seul candidat remplit ces conditions, le candidat ayant obtenu après celui-ci le plus grand nombre de suffrages au premier tour peut se maintenir au second.
Dans le cas où aucun candidat ne remplit ces conditions, les deux candidats ayant obtenu le plus grand nombre de suffrages au premier tour peuvent se maintenir au second.”

La percentuale del 12,5% necessaria per accedere al secondo turno elettorale è stata così determinata nel 1976. In origine la soglia era fissata al 5 per cento e poi, nel 1967, al 10 per cento.  

15Article L126 comma 3 e 4:
“Au deuxième tour la majorité relative suffit.
En cas d'égalité de suffrages, le plus àgé des candidats est élu.”

15 Article R100:
“Les candidatures ne peuvent être retirées que jusqu'à la date limite fixée pour le dépôt des candidatures. Le retrait est enregistré comme la déclaration de candidature.”
15 Cfr. Servizio Studi del Senato della Repubblica, La legislazione elettorale, Quaderno di documentazione n. 24, 1994, pagg. 37 e seg.
15 Può accadere che situazioni locali (ad. es. nel collegio n.1 del dip. di Morbihan ) portino più candidati (spesso si tratta di dissidenti) RPR e UDF a contrapporsi ad altri candidati ufficiali. Ciò ha favorito in più di un caso il candidato FN (in alcuni collegi del dipartimento di Var e nel collegio n. 2 di Corse-du-sud ) o di sinistra (nel collegio n. 4 del dip. di Maine-et-Loire, il candidato verde, terzo al ballottaggio dietro due candidati RPR e UDF, ha conseguito il seggio).
15 Il più recente quadro politico vede il F.N. diviso in due componenti. Nel 1997 lo schieramento era ancora unitario.
15A sinistra, dove al primo turno si presentano più forze, oltre agli accordi interni ai partiti esistono comunque convenzioni interpartitiche con l’obiettivo di massimizzare le possibilità dei candidati. Nel collegio n. 2 del dip. di Essonne, ad esempio, dove il secondo turno è stato disputato dai due candidati di destra, RPR e FN, avendo il candidato socialista ottenuto al primo turno pochi voti in meno del candidato FN, è stato reso noto dalla stampa che il collegio era stato destinato – dagli accordi elettorali nazionali interni – ad altra forza di sinistra, decisione rispetto alla quale il candidato socialista si è presentato come dissidente. La campagna elettorale condotta in forte dissidio interno avrebbe portato ad ottenere la terza posizione, con poco meno della soglia di passaggio al secondo turno.
15 V. nota 17 a par. 8.
15 Qualche esempio: nel collegio n. 3 del dipartimento della Senna marittima, dove i candidati della sinistra avevano preso al primo turno rispettivamente: M. Grandpierre (PCF) 26,73% e P. Bourguignon (PS) 29,79%, a fronte del risultato del candidato del FN G. Pennelle (16,67%). La disciplina repubblicana ha funzionato anche in questo caso: il candidato del PCF, deputato uscente di qual collegio, il cui risultato era appena al disotto del candidato del PS, non si è presentato. Così il candidato Bourguignon del PS ha vinto il secondo turno con il 100,00% dei voti. Si ricorda anche il caso Isére 6, dove il candidato G. Biessy (PCF) ha vinto il secondo turno con il 100,00% (primo turno: 27,86%) grazie alla desistenza del candidato C. Chesne (PS) che aveva ottenuto il 20,88% al primo turno. La desistenza che lascia a sinistra un solo candidato al ballottaggio si è verificata in ben 4 collegi del dipartimento di Pas-de-Calais.
15 Primo turno: Yves Coquelle (PCF) 25,42%; Albert Facon ( PS ) 25,64%; Urbaniak (DVD) 23,81%; Steeve Briois (FN) 18,06%; Secondo turno: Albert Facon (PS) 52,34%; Jean Urbaniak (DVD) 31,70%; Steeve Briois (FN) 15,96%.
15 Tra i collegi dove vi è stata desistenza a destra si può citare il n. 2 di Haute-Corse.
15 Dei tre collegi con due candidati di destra (RPR-UDF) e uno di sinistra al ballottaggio, al n. 2 di Corse-du-sud è stato eletto il candidato RPR, al n. 4 di Maine-et-Loire è stato eletto il candidato dei Verdi, al n. 3 di Haute-de-Seine è stato eletto il candidato dissidente RPR.
Per quanto riguarda i collegi dove vi è stata desistenza nella destra moderata (UDF-RPR e altri) si possono citare alcuni casi. Nel collegio n. 5 del dip. di Maine-et-Loire, dove il ballottaggio si sarebbe svolto tra due candidati di destra e uno doi sinistra, la desistenza a destra ha favorito la vittoria del candidato UDF al ballottaggio. Così nel collegio n. 3 del dipartimento di Tarn il seggio è stato conquistato al secondo turno dal candidato Jacques Limouzy (RPR) 51,37% contro Jacques Esclassan (PS) 48,63%,dopo la rinuncia del candidato di un partito locale di destra Philippe Folliot che aveva ottenuto al primo turno il 18,10% (primo turno: Jacques Esclassan (PS) =26,81%; Jacques Limouzy (RPR) = 23,00%). Se il candidato di destra non avesse rinunciato è possibile che la dispersione dei voti di destra avrebbe favorito il candidato socialista. In altri collegi sono avvenute vicende analoghe (ad es. nel collegio di Chantonnay, n. 3 della Vendée).
15 Nel collegio 7 di Hérault al primo turno avevano ottenuto: François Liberti (PCF) 24,70%; Yves Marchand (D - 15 Nel collegio 7 di Hérault al primo turno avevano ottenuto: François Liberti (PCF) 24,70%; Yves Marchand (D - UDF-D) 22,66%; Lucien Brouillet (FN) 20,28%. A fronte di questo risultato il candidato UDF ha “desistito”. Il risultato al secondo turno è stato: François Liberti (PCF) 60,49%; Lucien Brouillet (FN) 39,51%.  

16Nel collegio n. 2 di Eure-et-Loire al primo turno avevano ottenuto: Birgita Hessel (G-PS) 23,81%; Gérard Hamel (D-RPR) 27,19%; Marie-France Stirbois (FN) 31,41%. A fronte di questo risultato il candidato PS ha “desistito”. Il risultato al secondo turno è stato: Gérard Hamel (RPR) 56,18%; Marie-France Stirbois (FN) 43,82%.  

17 Sui 79 triangolari effettuati – tutti riportati in dettaglio in allegato, 36 sono stati vinti dal PS, 18 dal RPR, 13 dall’UDF (31 quindi all’UDF/RPR), 5 dal PC, 3 dai verdi, 3 da altre forze di sinistra e uno da altre forze di destra.  

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21 settembre 2001
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