COMUNITÀ INTERNAZIONALE


Anche Papa Francesco ha invocato un mondo senza armi nucleari
Entra in vigore il Trattato
sulla proibizione delle armi nucleari

Il 22 gennaio a Padova le campane della Cattedrale e quelle della Torre civica del Municipio hanno suonato a festa

di Mariangela Ballo


Venerdì 22 gennaio, alle ore 12, a Padova le campane della Cattedrale e quelle della Torre civica del Municipio hanno suonato a festa. Erano il segnale della gioia con cui le due istituzioni, religiosa e civile, hanno accolto l'entrata in vigore del Trattato internazionale sulla proibizione delle armi nucleari (PNW), che ne proibisce non solo l'uso e la produzione, ma anche la detenzione per gli stati che l'hanno ratificato. Tra questi non c'è l'Italia e nessun paese europeo che faccia parte della Nato. Per la verità, in Europa ci sono solo l'Austria, l'Irlanda, la Santa Sede, il Liechtenstein, Malta, San Marino. Dei 51 paesi che l'hanno ratificato (nessuno dei quali possiede armi nucleari), tutti gli altri appartengono agli altri continenti. Tra questi mancano le grandi potenze nucleari come Stati Uniti, Russia, Cina, Corea del Nord. Le prime tre aderiscono al Trattato di non proliferazione nucleare, che vieta l'uso ma non la detenzione.

La differenza tra questo Trattato
e quello sulla non proliferazione

Il trattato sulla proibizione delle armi nucleari è stato adottato da una conferenza delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017, aperto alla firma il 20 settembre 2017 ed è entrato in vigore il 22 gennaio dopo la ratifica di almeno 50 stati. Il TPNW vieta acquisizione, il possesso, lo stoccaggio, il trasferimento, lo stazionamento, l'installazione. Vieta anche la minaccia di impiegarle. Invece il Trattato sulla non proliferazione, in vigore dal 1970, vietava la diffusione delle armi nucleari ma non l'uso civile dell'energia nucleare. I paesi della Nato, che hanno aderito al Trattato sulla non proliferazione, detengono armi nucleari, ed evidentemente non vogliono privarsene. In Italia due siti ne hanno, Aviano in Friuli Venezia Giulia e Ghedi in Lombardia.
Una conferma di questa posizione viene da comunicato apparso sul sito del Ministero degli esteri, che così scrive: "Pur nutrendo profondo rispetto per le motivazioni dei promotori del Trattato e dei suoi sostenitori, riteniamo che l'obiettivo di un mondo privo di armi nucleari possa essere realisticamente raggiunto solo attraverso un articolato percorso a tappe che tenga conto, oltre che delle considerazioni di carattere umanitario, anche delle esigenze di sicurezza nazionale e stabilità internazionale". Anche per l'Italia dunque il possesso di armi nucleari è un deterrente, per non dire una possibile minaccia, in grado di mantenere la pace.
Ma anche papa Francesco aveva detto il contrario e l'ha ribadito in occasione del 22 gennaio: "Incoraggio vivamente tutti gli Stati e tutte le persone a lavorare con determinazione per promuovere le condizioni necessarie per un mondo senza armi nucleari, contribuendo all'avanzamento della pace e della cooperazione multilaterale, di cui oggi l'umanità ha tanto bisogno". Dunque il papa ha detto: "un mondo senza armi nucleari".

Il plauso degli eurodeputati PD
Al comunicato improprio del governo italiano si contrappone una dichiarazione apprezzabile del capo delegazione eurodeputati Pd Brando Benifei.
"Oggi è una giornata storica: entra finalmente in vigore il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari. Dopo anni di immobilismo e pericolosi passi indietro sul disarmo da parte di alcune grandi potenze nucleari, il resto del mondo ha dimostrato che un altro approccio è possibile per colmare il vuoto legislativo lasciato dal Trattato di Non Proliferazione. Grazie a un lavoro durato anni, di dialogo e cooperazione internazionale di cui è stata promotrice International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), la campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari premio Nobel per la pace nel 2017, proprio in quell'anno gli Stati non nucleari sono giunti all'approvazione del Trattato nella cornice ONU, con ben 122 voti a favore. Oggi, con 84 firme e 51 ratifiche, è ufficiale: le armi nucleari sono illegali e devono essere eliminate. È un segnale chiaro per le potenze nucleari ma anche per l'Italia e l'intera Europa: il disarmo non è più un tema che si possa nascondere sotto un tappeto, continuando con la deterrenza tra potenze. È una necessità per l'intero genere umano e va portato avanti in modo serio e rapido con l'impegno di tutti. Oggi sappiamo che i governi di tutto il mondo, se vogliono, possono unirsi insieme e dire basta, seguendo l'esempio di chi lo ha già fatto. Liberiamo il nostro pianeta dal terrore dell'olocausto nucleare, possiamo farlo".

Diocesi e Comune di Padova uniti nella gioia
Il suono delle campane di Padova non è stato il solo segno di contentezza. Tutto il mondo cattolico ha dato segnali il 22 gennaio e si è espresso con varie voci. A Padova il vescovo mpns. Claudio Cipolla già lo scorso 11 luglio, in occasione della festa di san Benedetto, patrono d'Europa, in un messaggio alle comunità cristiane scriveva: "La produzione e vendita di armi, gli investimenti nei programmi di modernizzazione nucleare non sono una promessa di pace, bensì una garanzia di guerra. La pace ha un'imprescindibile dimensione positiva che va coltivata nel dialogo rispettoso della dignità di ciascuno, nell'unità per il bene comune, nella giustizia senza sconti". E domenica 17 gennaio ha richiamato l'invito a suonare le campane della Cattedrale e della città di Padova, che è Comune "amico del trattato".
Dal Comune fa eco Francesca Benciolini, assessore alla cooperazione internazionale: "La nostra città ha a suo tempo aderito alla rete Mayors for Peace e nella seduta del Consiglio comunale del 27 dicembre 2017, ha deliberato l'adesione alla campagna "Italia, ripensaci", con la quale si chiedeva al Governo italiano di ripensare alla propria posizione e ratificare il Trattato di proibizione delle armi nucleari. Inoltre a Padova non è attivamente presente solo la nostra Amministrazione, ma una vasta rete di associazioni e realtà, a partire dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani, a dimostrazione che l'attenzione su questi temi è alta. Siamo contenti e orgogliosi si arrivi a questo importante passaggio del trattato, ora proseguiamo con il nostro impegno per arrivare al Governo, all'Unione Europea e alle Nazioni Unite perché il trattato si compia".
Venerdì 22 gennaio, in contemporanea al suono delle campane, Associazione per la Pace di Padova, Beati i costruttori di pace, MIR Padova, Donne in Nero, Anpi, si sono ritrovati davanti a Palazzo Moroni, sede del municipio.

22 gennaio 2021


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23 gennaio 2021
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