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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE |
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LUNEDÍ 11 FEBBRAIO 2013 |
Padova, Sede Cuamm - ore 18 |
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Il Cuamm si confronta con i candidati al nuovo Parlamento Al centro l'appello delle Ong sulle scelte internazionali dell'Italia |
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Su iniziativa del direttore, don Dante Carraro, lunedì 11 febbraio si tiene presso la sede di Medici con l'Africa-Cuamm di Padova un incontro-dibattito sul tema della cooperazione internazionale in Africa, al quale sono stati inviati alcuni candidati locali alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento nazionale. In concreto i candidati (e le rispettive forze politiche) saranno impegnati a confrontarsi, a partire dalle ore 18, con l'appello nazionale delle ONG e della società civile indirizzato alla politica italiana e al Parlamento che uscirà dall'ormai prossima legislatura, che ha per titolo "La cooperazione internazionale allo sviluppo: tessuto connettivo della comunità globale". "Le politiche per i diritti umani, la solidarietà, l'equità, la sostenibilità e la pace - è scritto tra l'altro nell'appello - devono divenire elementi centrali della strategia internazionale dell'Italia, con chiare priorità geografiche e tematiche, promuovendo la partecipazione di tutti gli attori, pubblici e privati, legando strettamente le politiche e le pratiche nazionali a quelle dei territori: perché questo sistema di relazioni e di soggetti impegnati nella solidarietà e cooperazione internazionale è la forza reale del nostro Paese". Uno dei punti nodali per la cooperazione italiana allo sviluppo - ricorda Tino Bedin, membro del Consiglio del Cuamm che ha seguito la riforma della cooperazione nella sua attività parlamentare, è l'individuazione di un preciso e riconosciuto riferimento politico nell'ambito nel governo nazionale. L'attuale governo per la prima volta ha previsto un ministro per la cooperazione, ma l'esperienza non può dirsi del tutto soddisfacente. Ha anzi confermato - continua Bedin - che probabilmente la soluzione migliore è quella della creazione di un viceministro nell'ambito del ministero degli Affari Esteri. "Oltre che evitare o ridurre i conflitti di competenze, inevitabili in una materia che ha contenuti internazionali sia per i destinatari sia per gli organismi donatori sovranazionali, l'incardinamento della cooperazione allo sviluppo nel ministero degli Affari Esteri con una propria autonomia indicherebbe che proprio la cooperazione è uno strumento di politica estera e che la partecipazione dell'Italia alla risoluzione delle situazioni di crisi non passa solo o prevalentemente attraverso le missioni militari ma prevalentemente attraverso le missioni di cooperazione, all'interno delle quali vanno inserite non solo le politiche umanitarie ma anche e soprattutto le politiche di sviluppo civile ed istituzionale", commenta il senatore Bedin. |
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8 febbraio 2013 ci-084 |
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