COLLI EUGANEI

MERCOLEDÌ 13 AGOSTO 2014

La monumentale residenza di Luvigliano
Villa dei Vescovi fa voglia di essere mostrata
Restauro e manutenzione dei Fai sono da ammirare

Il vescovo
di Padova
mons. Girolamo Bortignon.
   C'è l'occasione di tornare a Villa dei Vescovi di Luvigliano per accompagnare colleghi che vengono da altre regioni. Il complesso monumentale, ma anche il contesto di Luvigliano meritano sempre una visita. Villa dei Vescovi - a mio parere - è una delle tappe irrinunciabili di un ideale giro della provincia di Padova.
Le sue origini sono così descritte nella storia illustrata che è a disposizione dei visitatori. "Villa dei Vescovi venne edificata tra il 1535 e il 1542 su un terrapieno dei Colli Euganei dalla curia di Padova, per offrire al vescovo una sontuosa casa di villeggiatura estiva. Il vescovo committente fu Francesco Pisani (episcopato dal 1524 al 1564), mentre per l'esecuzione dell'opera venne incaricato il nobiluomo Alvise Cornaro, amministratore della mensa vescovile dal 1529 al 1537. Cornaro, con l'appoggio del vescovo Pisani, ne affida il progetto al pittore architetto Giovanni Maria Falconetto (Verona 1468 - Padova 1535)".
Nella storia di questa villa mi piace ricordare altri due vescovi di Padova.
Narra la stessa storia: "Nel 1910, il vescovo Luigi Pellizzo decise di privarsi dell'uso della dimora per affittarla a un privato che si facesse carico dei restauri resi necessari". Il grande vescovo, fondatore della "Difesa del Popolo" e sostenitore delle Leghe bianche dei fittavoli e dei mezzadri, ha lasciato anche questo segno di novità ai suoi preti e alla sua Chiesa: il vescovo poteva fare a meno della villeggiatura.
L'altro vescovo che ricordo volentieri è mons. Girolamo Bortignon. "Durante la seconda guerra mondiale la residenza fu messa a disposizione delle famiglie sfollate e per un breve periodo fu anche sede del monastero delle suore Carmelitane Scalze. Nel dopoguerra, Villa dei Vescovi divenne "Villa San Domenico Savio", sede degli esercizi spirituali per i giovani. Nel 1962 esaurita anche quest'ultima funzione la Villa venne quindi ceduta, destinando il ricavato all'Opera della Provvidenza Sant'Antonio, a Vittorio Olcese e all'allora consorte Giuliana Olcese de Cesare, che ne curarono un primo restauro sia nella struttura architettonica sia nella decorazione interna ad affresco, riportata finalmente alla luce dopo secoli di mascheratura". Tra le illustrazioni di questa storia ci sono anche gruppi di ragazzi e camerate: pezzettini anche di qualche giorno delle mie estati di ragazzino, che qui viveva gli esercizi spirituali.
Villa dei Vescovi è ora del Fai: "Nel 2005 Maria Teresa Olcese Valoti, seconda moglie di Vittorio, e il loro figlio Pierpaolo decisero di donare Villa dei Vescovi al FAI". I contenuti del restauro del complesso monumentale e la cura con cui è conservato e mostrato sono di per sé un motivo per visitare Villa dei Vescovi ed avere voglia di mostrarla a chi viene da fuori.

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col-032
20 agosto 2014
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Tino Bedin