CAMPOSAMPIERESE

Diario / VENERDĖ 1 LUGLIO 2022

La chiesa di Reschigliano si č riempita per il suo funerale
Massimo Buggin:
il barbiere che faceva comunitā

Profondo cordoglio, ma anche ricordi che fanno continuare la vita in famiglia e in paese
   La chiesa di Reschigliano si č riempita oggi pomeriggio: si č riempita della sofferenza di Monica la moglie di Massimo Buggin, di cui si č celebrato il funerale, e della sofferenza di Giulia e Gloria, le due figlie di Massimo. Alla giornalista del Gazzettino, Gloria ha ricordato: "Papā ha amato molto mamma Monica, insieme coltivavano la passione per il ballo. E ha amato immensamente me e mia sorella maggiore Giulia. Lui č stato il nostro punto di riferimento per molti anni, insegnandoci l'importanza di essere donne indipendenti, libere nel pensiero e critiche negli occhi".
Sette anni fa il riferimento per Massimo sono diventate loro tre: quando aveva appena 56 anni l'Alzheimer l'ha colpito con durezza. "L'indipendenza, la libertā e lo spirito critico, che sempre gli erano appartenuti e che tanto ci aveva insegnato, sono andati via via perdendosi. La malattia gli ha tolto la passione per la lettura, il ciclismo, la libertā di parola e di espressione, fino alla perdita totale di autonomia. Quello che perō non gli ha mai tolto č il senso di gratitudine verso la vita e le persone che si sono prese cura di lui. Papā non ha mai dimenticato come si pronunciava la parola: grazie". Lo racconta Gloria, ed č come dicesse che neppure la morte le dividerā da Massimo.
Monica č mia cugina; a lei e a Giulia e Gloria ci siamo giā stretti ieri al Rosario, anch'esso frequentatissimo dalle persone di Reschigliano, dove Massimo Buggin non era solo lo storico barbiere ma era anche "attivo nel sociale e anche nella vita del paese. Ogni anno si metteva a disposizione per servire ai tavoli della sagra che Reschigliano che, ironia della sorte, inizierā proprio il giorno del suo funerale", ricorda Il Gazzettino.
A riempire la chiesa č dunque un paese, che attorno alla bara di Massimo porta non solo affetto e cordoglio, ma anche parte della propria vita.
Lo ha bene descritto la giornalista Lorena Levorato sul Gazzettino di ieri. Utilizzo quindi le sue parole, con gratitudine.
Aveva imparato a tagliare barbe e capelli fin da bambino. Iniziō a imparare il mestiere quando aveva appena 8 anni, osservando le tecniche del papā Lino. Massimo ha svolto il suo lavoro per tutta la vita e negli anni ha tagliato i capelli e fatto la barba a tante generazioni: č stato il barbiere di fiducia di molti clienti. Alcuni li ha accompagnati per anni nelle varie tappe della vita: dalla comunione al matrimonio. Quello di Massimo, e prima ancora del papā Lino, č stato il primo negozio del paese. Padre e figlio hanno lavorato fianco a fianco per pių di 45 anni.
Poi Lorena Levorato dā la parola Gloria, che porta avanti il negozio di famiglia.
"All'inizio la bottega del barbiere era davanti alla chiesa di Reschigliano, poi, quando papā si č sposato con mamma Monica e ha messo su casa, si sono spostati nella nuova sede. Papā lavorava a regola d'arte perché nelle mani aveva un dono: quando impugnava le forbici, le lame suonavano. Era rimasto uno dei rari barbieri ad eseguire la rasatura della barba con il tradizionale rasoio, quando ancora la moda dei barber shop non era iniziata. Ha vissuto una vita onesta e umile, senza superflue velleitā, nei valori trasmessigli dai genitori Lino e Ines. Ha sempre creduto nella generositā e nella condivisione: le porte di casa nostra erano aperte a tutti e molti sono stati gli amici che ha coltivato".


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Aggiornamento
1 ottobre 2022
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Tino Bedin