CADONEGHE |
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Diario / VENERDÌ 5 GIUGNO 2020 |
Davanti alla stele dedicata a Martin Luther King ![]() |
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I giovani di Kalitera fanno luce sul razzismo
Commemorare George Floyd è invito a informarsi e capire |
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![]() ![]() Nello stile di questo ritrovarsi di giovani c'è più della partecipazione al cordoglio e alla protesta: c'è l'impegno a capire, a cercare spiegazioni. È la luce della conoscenza, della documentazione quella che i giovani di Kalitera tengono accesa. Simone Ambrosio, membro dell'Associazione, spiega così questa esigenza: "Son cresciuto studiando sui libri i muri che cadevano, il mondo che si apriva, le disuguaglianze che sparivano, poi chiudevo il libro guardavo fuori dalla finestra e vedevo muri che si alzavano, il mondo che si chiudeva e le disuguaglianze che si estendevano. Quindi credo che noi giovani dovremmo ascoltare più la nostra coscienza che i giudizi del mondo là fuori". E Carlotta Passuello, che è intervenuta prima di lui, ne fa una scelta indispensabile per capire, per cambiare: "Il lavoro di disimparare ciò che ci hanno insegnato sul privilegio è lungo e non sarà mai finito perché è una continua evoluzione, ciononostante è una nostra responsabilità, non delle persone non bianche. Le risorse sono infinite e facilmente accessibili (per esempio possiamo leggere libri sull'argomento, guardare dei documentari, leggere degli articoli). Non abbiamo nessuna scusa, dobbiamo informarci. Informiamoci e diventiamo dei buoni alleati". Questa sera davanti alla stele di Martin Luther King un'alleanza già si vede: assieme ai ragazzi e ai giovani di Cadoneghe ci sono anche numerosi adulti. Noi adulti siamo qui a condividere le ragioni della protesta e della speranza alimentate dalla morte di George Floyd; sono ragioni che attraversano da sempre la comunità di Cadoneghe, come testimonia la presenza qui di una stele e di uno stadio dedicati al maggior protagonista della battaglia per i diritti universali delle persone negli Stati Uniti. Siano qui, noi adulti, anche per segnalare proprio un'alleanza tra generazioni, ciascuna con stili e compiti originali. Anna Sarti, ad esempio, cita Martin Luther King: "La tenebra non può scacciare la telebra, solo la luce può farlo", spiega così lo stile dell'associazione di cui è presidente: "Noi di Kalitera abbiamo voluto portare un po' di luce in questo mondo che negli ultimi mesi è stato travolto e sconvolto da una serie di avvenimenti tragici, da ultimo la morte di quest'uomo, nella speranza che un giorno tutti gli uomini di questa terra saranno trattati in maniera uguale, così come sono stati creati. Quest'ultimo è un privilegio che è sempre stato garantito a noi bianchi e per questo non possiamo neanche immaginare cosa significhi veramente essere vittime di episodi di razzismo". Proprio al tema del privilegio dedica tutto il suo intervento Carlotta Passuello, che inizia con questa constatazione: "Noi bianchi siamo sempre restii a vedere il razzismo per quello che è: un vero e proprio sistema e scegliere di non vedere questo sistema è il sintomo più grande del nostro privilegio, perché vuol dire che questo sistema non ha un impatto negativo sulle nostre vite, non ci penalizza, soprattutto non ci uccide. Addirittura questo sistema potrebbe diventare un'arma a nostra disposizione se volessimo. Il razzismo è sistemico, riguarda tutti ed è proprio per questo che è nostra responsabilità impegnarci per decostruire questo sistema e non semplicemente lavarci la coscienza condividendo delle foto sui social, come sta accadendo in questi giorni". La parola privilegio è anche nella conclusione dell'intervento di Simone Ambrosio, con un'ulteriore declinazione: "È il sogno muove le persone e le mette in viaggio: è il sogno degli italiani di un tempo che sbarcano in America ed è il sogno di tanti giovani italiani oggi: girare il mondo, conoscere, essere trattati da persone. Ed è il sogno di tutti coloro che vedono in noi, italiani ed europei, dei privilegiati, che vorrebbero solamente avere un futuro ed essere al pari degli altri. Non migliori, ma semplicemente al pari. Avere un diritto è un privilegio, dare un diritto è un dovere. Ricordiamoci che se oggi abbiamo diritti è perché qualcuno ha lottato per farceli avere e ricordiamo soprattutto che dare un diritto non vuol dire perderlo, ma guadagnarne uno. Con i sogni non si cambia il mondo, forse è vero. Ma Danilo Dolci diceva: ciascuno cresce solo se è sognato". Questa sera l'associazione Kalitera ha sognato Cadoneghe e la comunità è cresciuta. |
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ca-165 3 luglio 2020 |
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