CADONEGHE |
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Diario / VENERDÌ 29 SETTEMBRE 2017 |
Assemblea pubblica dopo l'istituzione dell'Ulss Euganea ![]() |
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La Regione blocca la Medicina di gruppo anche per Cadoneghe Marcia indietro sugli ospedali di comunità e sulle riabilitazioni |
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![]() ![]() C'è in particolare una domanda che riguarda specificatamente i cittadini di Cadoneghe: "Perché la Medicina di gruppo integrata non è presente nel Comune di Cadoneghe?". La risposta è già stata data dagli interventi precedenti: la regione Veneto ed il suo presidente Luca Zaia non stanno attuando il Piano socio-sanitario. Augusta Parizzi però non solo racconta le iniziative prese, ma anche i progetti per rendere possibile questo tipo di assistenza sanitaria per i propri concittadini. L'approfondimento della domanda generale può contare su Claudio Sinigaglia (consigliere regionale del Partito Democratico), Domenico Crisarà (segretario regionale della Federazione dei medici di Medicina generale), Alessandra Stivali (segretaria della Cgil di Padova), Alessandro Chiavelli (segretario generale dello Spi Cgil di Padova), oltre che su Augusta Parizzi. L'approfondimento è stato preparato ed è coordinato con perizia da Antonio Giacobbi, che mette sul tavolo le domande che i cittadini si pongono, dopo che la regione ha unificato le Ulss a livello provinciale, creando a Padova l'Ulss Euganea: la Sanità pubblica sarà migliore? Si ridurranno le liste di attesa? I Servizi sociali funzioneranno meglio? Che cos'è l'Azienda Zero? Il Piano socio-sanitario regionale è applicato in tutte le sue parti? Che cos'è la Medicina di gruppo integrata presente nel territorio per 12 ore diurne? Nel loro insieme le risposte esprimono una profonda delusione ed una grave preoccupazione. La delusione è quella di chi ha pur sostenuto il Piano socio-sanitario veneto e lo vede ora inattuato. La preoccupazione è quella di chi ha insistito perché prima di portassero effettivamente i servizi sul territorio e poi si unificassero le Ulss ed ora vede che aveva ragione e che la nuova organizzazione sta togliendo invece che aggiungendo risposte di salute vicine ai cittadini. E così succede, annota Claudio Sinigaglia che "nel frattempo le abitazioni private sono diventate il più grande ospedale del Veneto per anziani fragili e malati, si calcola circa 40 mila posti letto, con l'assistenza che grava quasi totalmente sulle famiglie". Alessandra Stivali precisa: "Solo guardando con attenzione i dati sulla richiesta di salute del nostro territorio ci si rende conto di quanto sia delicato il passaggio che stiamo vivendo con la costituzione della Ulss unica. Stiamo parlando di un terzo di cittadini con problemi di cronicità legati in particolare alle malattie cardiocircolatorie, su una popolazione complessiva di 1 milione di persone. Si tratta soprattutto di persone anziane. La situazione evidenzia come sia decisiva l'attuazione del Piano socio-sanitario, tuttora in larga parte disapplicato, per rispondere alle esigenze dei cittadini che, anche a causa della crisi economica, rinunciano in molti casi a curarsi. Molto dipenderà anche dal ruolo dei sindaci che possono incidere sulle scelte del prossimo futuro". Complessivamente emerge che il Piano socio-sanitario è stato disatteso in modo clamoroso e lo sciopero dei medici di base è una logica conseguenza. Tutti quelli che stasera sono presenti nella sala consiliare di Cadoneghe avevano pensato di compiere un percorso con la Regione per offrire migliore assistenza ai cittadini del Veneto, ma sono stati traditi come è stato tradito il Piano socio sanitario del Veneto. Ci sono appena 55 Medicine di gruppo integrate sulle 400 previste a livello regionale, è stato disatteso il contratto d'esercizio sottoscritto nel 2015, gli Ospedali di comunità non sono ancora stati attivati e incredibilmente mutati nella loro struttura e finalità, la riforma delle Case di riposo è al palo da 17 anni, è bloccato lo sviluppo della 'dematerializzazione' della ricetta che consentirebbe al paziente di andare direttamente in farmacia per ritirare il medicinale è bloccato. Ancor più grave è giudicata la rottura di ogni rapporto da parte di Zaia nei confronti dei medici di base. Loro non sono una controparte, ma un pilastro del Sistema socio sanitario veneto e deve esserci un rapporto di collaborazione privilegiato, soprattutto per fronteggiare il tema della cronicità. La giunta leghista del Veneto prova a scaricare la responsabilità su Roma, per i ridotti finanziamenti. Claudio Sinigaglia su questo è preciso: "Le risorse sono sempre aumentate. Peraltro, che fine hanno fatto i risparmi legati all'accorpamento delle Ulss? Con la riduzione dei direttori generali si sono risparmiati 90 milioni, per le medicine integrate ne servono 130. Bastava recuperare i 40 mancanti". Sul piano finanziario la preoccupazione è un'altra e opposta: Si arriva a togliere risorse alle aziende locali per garantirle all'Azienda Zero: dove ha autonomia gestionale, la Regione mostra ancora una volta la propria natura accentratrice. Se risparmiare significa depredare i territori proprio non ci siamo. I risparmi, infatti, devono essere reinvestiti nel territorio, ma ciò non avviene: siamo di fronte a una neocentralizzazione a scapito dei territori". |
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ca-152 10 ottobre 2017 |
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