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C'è la variegata comunità di Mejaniga nella chiesa parrocchiale mercoledì 6 maggio alle 15.30 per il funerale di Enio Zanin. In grande maggioranza siamo i cittadini "storici", quelli legati a Mejaniga da sempre. Enio Zanin era uno di questi, perché a Mejaniga era nato 80 anni fa a duecento metri dalla chiesa. Suo padre faceva il calzolaio e l'aveva fatto studiare quando da Cadoneghe erano in pochi ad andare "a scuola a Padova". Col suo diploma di perito industriale ottenuto al "Marconi" era diventato tecnico collaudatore al Petrolchimico di Porto Marghera: il lavoro della sua vita, e non solo il suo lavoro.
Anche le sue idee si erano irrobustite al Petrolchimico: credeva fortemente nella democrazia, nella libertà, nel ruolo della persona. Era un cattolico democratico nel cuore e nella mente e nella sezione della Democrazia cristiana di Cadoneghe ha per anni interpretato lo spirito di chi faceva politica anche per resistere ai rischi dell'ideologia comunista.
Con Albino Bellon, Rainero Saretta, Tonino Gardin, Enio Zanin è stato tra i protagonisti dell'opposizione alle amministrazioni del Pci e poi del governo di quelli della Dc. Per 17 anni è stato consigliere comunale. In una amministrazione guidata da Bellon è stato per cinque anni un apprezzato e competente assessore allo sport. Partecipe attento della vita della comunità, proprio con questo incarico ha avviato la realizzazione del primo vero impianto sportivo per Cadoneghe, l'attuale stadio Martin L. King.
Voleva e sapeva infatti andare fino in fondo. Accettava di perdere, di stare in squadra anche se la squadra giocava non come lui la pensava. Non rinunciava alle sue idee. "Sono coerente fino alla Z del mio cognome", mi ribadiva spesso (e non solo a me), quando pur essendo più giovane di lui gli prospettavo soluzioni di "compromesso".
Era appunto coerenza, non cocciutaggine. Sapeva infatti ascoltare anche più avanti con gli anni. Il parroco nell'omelia della messa funebre ricorda la sua presenza in patronato, ad ascoltare i ragazzi nella stagione della vita in cui la mente è più forte delle gambe.
Il patronato - finita la stagione dell'impegno diretto in amministrazione e poi finita anche la storia della Democrazia cristiana - è stato - dice il parroco - uno dei suoi impegni, così come la sagra e ogni altra attività parrocchiale.
Anche in questo "coerente fino alla Z" del suo cognome: il senso cristiano della comunità che metteva in politica non nasceva dunque dalla politica stessa ma dalla propria fede, che per ottant'anni ha saputo generare impegni sempre nuovi, sempre adeguati ai tempi. Accompagnato dalla moglie Anna Maria, con la quale ha condiviso 51 anni di vita.
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