SALUTE

Diario / MERCOLEDÌ 25 MARZO 2020

A mezzogiorno il "Padre nostro" ecumenico con Papa Francesco
Il giorno in cui tutto comincia:
è l'Annunciazione anche nella pandemia

È anche il primo Dantedì, perché il 25 marzo Dante inizia il "viaggio" della Divina Commedia
   Oggi è il giorno in cui tutto comincia. Il calendario liturgico comincia dal 25 marzo a contare i giorni verso il Natale. Nella vita senza tempo della Salvezza comincia la Nuova Alleanza con l'annuncio dell'arcangelo Gabriele alla Vergine Maria. Per questo la Festa dell'Annunciazione è una delle più antiche nella comunità cristiana. La celebrazione ufficiale comincia con papa Sergio I (687-701), con una solenne processione a Santa Maria Maggiore, la basilica romana i cui mosaici sono legati alla divina maternità di Maria (theotokos) stabilita dal Concilio di Efeso (431).
Santa Maria Maggiore è anche uno dei due luoghi del pellegrinaggio di Papa Francesco nel pomeriggio di domenica 15 marzo. "Con la sua preghiera - ha riferito il portavoce vaticano Matteo Bruni - il Santo Padre ha invocato la fine della pandemia che colpisce l'Italia e il mondo, implorato la guarigione per i tanti malati, ricordato le tante vittime di questi giorni, e chiesto che i loro familiari e amici trovino consolazione e conforto. La sua intenzione si è rivolta anche agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, e a quanti in questi giorni, con il loro lavoro, garantiscono il funzionamento della società".
Pellegrino solitario in una Roma deserta, dieci giorni fa, oggi Papa Francesco chiede di fare parte di un grande coro, vasto come la pandemia che imprigiona il pianeta: "Invito - ha detto Francesco all'Angelus di domenica scorsa - tutti i capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane, insieme a tutti i cristiani delle varie confessioni, a invocare l'Altissimo, Dio onnipotente, recitando contemporaneamente" il Padre Nostro, mercoledì 25 marzo a mezzogiorno, ora di Roma, "nel giorno in cui molti cristiani ricordano l'annuncio alla Vergine Maria dell'Incarnazione del Verbo". "Possa il Signore - ha aggiunto - ascoltare la preghiera unanime di tutti i suoi discepoli che si preparano a celebrare la vittoria di Cristo Risorto".
Prega con Papa Francesco di sicuro il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che domenica in due messaggi a Papa Francesco e Sergio Mattarella ha espresso vicinanza ai familiari di tutti i "fratelli che hanno perso la battaglia contro il perfido virus" e assicura che "durante la Sacra Quaresima rivolgerà continue preghiere al Signore e Salvatore Gesù Cristo, per la cura dei malati, l'eterno riposo di coloro che hanno perso la vita e il conforto dei loro parenti".
Per la sera di questo 25 marzo ancora un appuntamento di comunità: i media di ispirazione cattolica Avvenire, Tv2000, InBluradio, Sir, Federazione dei settimanali cattolici, e il circuito radiofonico Corallo d'intesa con la Segreteria generale della Cei, invitano i fedeli, le famiglie e le comunità religiose a ritrovarsi stasera alle 21 per recitare insieme il Rosario trasmesso da TV2000 e InBluradio. La preghiera mariana è guidata dal vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, nel santuario bresciano della Madonna delle Grazie ed è conclusa dalla supplica a san Paolo VI, che proprio in questo santuario celebrò da prete novello la sua prima Messa.
Dalla Capella degli Scrovegni. L'anno scorso nella Festa dell'Annunciazione, Papa Francesco era stato al santuario mariano di Loreto. Oggi tutti i fedeli marchigiani sono chiamati a prendere parte alla celebrazione in diretta streaming (ore 11) dal Santuario di Loreto per la liturgia dell'Annunciazione del Signore. È l momento più solenne dall'inizio dell'epidemia: una preghiera collettiva voluta da tutti i vescovi delle Marche dopo la sospensione delle celebrazioni eucaristiche in tutta Italia.
Anche in questo caso tradizioni che resistono, si adattano ai tempi della pandemia, continuando a portare speranza. Anzi la pandemia dà risonanza ad appuntamenti che via via nel tempo si sono affievoliti nella comunità. A Padova, per esempio. Certamente non sono molti, anche tra i fedeli, i padovani che sanno che il 25 marzo è la Festa dell'Annunciazione; anzi sarebbero ancor meno quelli che sanno dell'Annunciazione, se non fosse per il rilievo che questo evento ha avuto nella storia dell'arte: l'Annunciazione di Giotto nella Cappella degli Scrovegni è un magnifico promemoria. Ma è l'intera Cappella degli Scrovegni ad essere dedicata alla Madonna Annunziata: lo è fin dal 25 marzo 1305, giorno in cui la chiesa fu consacrata.
"La festa dell'Annunciazione è sempre stata per la chiesa di Padova e per la cappella dell'Arena in particolare una festa importante, sottolineata da momenti liturgici solenni e spettacolari. I processionali della Cattedrale conservati nei manoscritti C 55 e C 56 della biblioteca Capitolare, probabilmente composti nella seconda metà del Trecento, ricordano tra i vari uffici anche quello dell'Annunciazione", ha ricostruito Lorenzo Brunazzo sulla "Difesa del Popolo". Da parte sua lo storico mons. Claudio Bellinati nel saggio Riti e sacre rappresentazioni, lega le celebrazioni di Padova alla devozione alessandrina verso la Vergine e documenta che Padova solennizzava il 25 marzo con il dramma sacro di Maria e dell'angelo: "La preparazione - ricorda - era meticolosa: si pulivano a fondo la chiesa, il chiostro e il battistero; tutti i fedeli, compresi quelli dei sobborghi, venivano invitati a partecipare alle celebrazioni da un suonatore di tromba appositamente pagato per questo; nel chiostro venivano portati un pergamo e le panche, in vista delle tre predicazioni che venivano tenute nel corso della giornata". Questo avveniva ancor prima del 1305. Da quell'anno, annota Lorenzo Brunazzo "il dramma sacro di Maria e dell'angelo inizia a essere rappresentato all'Arena. I processionali attestano due distinte celebrazioni: una mattutina prevedeva che il corteo composto da clero, religiosi, autorità e popolo, partisse dalla chiesa del palazzo comunale e giungesse all'Arena per la celebrazione del mistero. La seconda si svolgeva invece al pomeriggio in cattedrale".
Di tutto questo è rimasta la celebrazione della santa messa proprio il 25 marzo nella Cappella degli Scrovegni: rito per pochi, ignorato dai più.
La messa si ripete anche quest'anno: rito per ancor meno fedeli presenti, date le restrizioni, ma a celebrarla è il vescovo mons. Claudio Cipolla, con lo stesso spirito che ha mosso Papa Francesco: "Ho accolto volentieri l'invito di celebrare l'Eucaristia, in occasione della solennità dell'Annunciazione nella Cappella degli Scrovegni e nel bellissimo e unico contesto degli affreschi di Giotto, innanzitutto perché è una festa - la solennità dell'Annunciazione - su cui desideravo richiamare attenzione e volevo farlo celebrando in un luogo dedicato a Maria. E questa Cappella è intitolata a Santa Maria della Carità. L'annuncio fatto a Maria dall'arcangelo Gabriele è il segno della carità di Dio e celebrando lì confermiamo la fede della nostra Chiesa nella carità di Dio, nel suo amore per noi anche in un tempo di difficoltà come quello che stiamo vivendo. Questo è un momento in cui ritorniamo a una dimensione molto seria e profonda della nostra fede: Dio ci vuole bene e chiediamo di saper riconoscere il suo amore in tutti i contesti, anche in quelli che la natura e la storia ci presentano difficili. Il Signore ci raggiunge con la chiamata che rivolge a Maria per portare l'annuncio del suo amore e Gesù ne è il segno: nella sua vita è stato vicino a tutti, ai lebbrosi, ai ciechi, a chi era sfiduciato, ammalato… Noi accogliamo questa Parola che ci parla dell'amore di Dio, oggi, anche in questo contesto così impegnativo come quello del virus che ci sta minacciando in ogni casa e in ogni contesto sociale".
C'è una diretta tv sia della Diocesi sia del Comune di Padova, proprietario della Cappella degli Scrovegni: così la Cappella degli Scrovegni si riempie della speranza di un'intera comunità.
Dante e l'arcangelo Gabriele. Oggi 25 marzo c'è un'altra storia che comincia (continua a cominciare): il viaggio di Dante Alighieri nell'aldilà che sta all'origine della Divina Commedia. Gli studiosi, oltre alla data di oggi hanno individuato come possibile anche l'8 aprile. Comunque sia, una direttiva del Consiglio dei Ministri ha istituito per il 25 marzo la giornata nazionale dedicata all'Alighieri. Dantedì è stato chiamato questo giorno, ed è un passo di avvicinamento ai grandi eventi del 2021, quando cadrà il 700° della morte del Sommo Poeta (Ravenna 1321): un anno in cui la storia e la cultura italiane inonderanno i campus universitari, le piazze e le strade del mondo.
Il Dantedì non si sovrappone alla Festa dell'Annunciazione; non succede come Ferragosto con la Festa dell'Assunta. Piuttosto si aggiunge: la Divina Commedia è il canto del mistero di Dio, dell'uomo e del suo destino. È anche un racconto della fede. Vi ritroviamo, ad esempio, proprio lo stupore dell'Annunciazione:
L'angel che venne in terra col decreto
de la molt' anni lagrimata pace,
ch'aperse il ciel del suo lungo divieto,
dinanzi a noi pareva sì verace
quivi intagliato in un atto soave,
che non sembiava imagine che tace.
Giurato si saria ch'el dicesse 'Ave!';
perché iv'era imaginata quella
ch'ad aprir l'alto amor volse la chiave;
e avea in atto impressa esta favella
'Ecce ancilla Deï', propriamente
come figura in cera si suggella.
Dante descrive un bassorilievo che raffigura l'arcangelo Gabriele che viene sulla Terra portando l'annuncio della nascita di Gesù e la scultura è così realistica che sembra che dica proprio Ave. È rappresentata anche Maria che si sottomette alla volontà divina e pare che dica le parole Ecce ancilla Dei (Purgatorio 10,34-45).
Ed ecco il Vangelo secondo Luca da cui Dante ha tratto i suoi versi e Giotto il suo affresco nella Cappella degli Scrovegni (sotto).
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: "Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te". A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio".
Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei (Lc 1,26-38).

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25 marzo 2020
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