RASSEGNA STAMPA

Il Gazzettino
19 aprile 2005

LA RIFORMA. Dalle associazioni pesanti accuse contro il governo
Il mondo del volontariato si mobilita contro i tagli

"Le modifiche alla legge sul volontariato devono essere frutto di un percorso condiviso. Da parte del governo manca invece un dialogo che si possa definire tale". Per le associazioni che operano nel settore, la riforma di palazzo Chigi rappresenta una "doccia fredda" soprattutto dal punto di vista economico. Conti alla mano, infatti, per il Veneto si tradurrebbe in un taglio di fondi del 50 per cento, per altre regioni addirittura del 75. La situazione diventa intollerabile anche a Padova dove sono circa 400 le associazioni regolarmente registrate. Nel 2004 sono stati stanziati un milione di euro per una settantina di progetti. Che cosa accadrà ora? È quanto si chiedono, esprimendo grandi preoccupazioni, l'assessore Claudio Piron e numerosi operatori che ieri mattina, nella sala Bresciana del Comune, hanno lanciato un vibrato allarme contro i ventilati tagli invitando i parlamentari padovani ad intervenire. L'appello è stato accolto da Paolo Giaretta, Piero Ruzzante, Tino Bedin, ed anche da Flavio Rodeghiero della Lega Nord.
"Per noi è una doccia fredda in tutti sensi - sottolinea Giorgio Ortolani, vice presidente nazionale dell'Anpas - Per questo motivo domani (oggi, ndr) incontreremo il sottosegretario Grazia Sestini per ricordarle gli effetti drammatici che produrrà questa legge. Se l'articolo non sarà ritirato, organizzeremo a Roma una grande manifestazione con la partecipazione delle nostre ambulanze".
Altrettanto preoccupato è Manuele Alecci, presidente del Movi. "Per il volontariato - spiega - le risorse sono indispensabili. Se non arrivano, non è più in grado di programmare le sue attività, ed ogni decisione in materia sarà presa dalle fondazioni bancarie. A rischiare di più sono però le piccole associazioni come la nostra". Il senatore Paolo Giaretta sostiene la necessità di un'iniziativa parlamentare trasversale. Ed avverte. "C'è il rischio concreto che il governo voglia presentare il provvedimento insieme al decreto legge sulla competitività. Ma c'è anche una norma che prevede di sottrarre alle fondazioni un quarto delle risorse che destinano al fondo di solidarietà nazionale". A chiedere che le associazioni vengano aiutate sono anche i diessini, tramite l'onorevole Piero Ruzzante. "Considerando che sono quattro anni che il governo promette propagandisticamente benefici in favore di queste associazioni - ricorda Ruzzante - chiediamo di sapere quali iniziative abbia adottato o intenda adottare per garantire loro adeguate risorse".
A scatenare la reazione del settore, è il fatto che le riforme alle legge 266/91 non sono frutto di un dibattito parlamentare. "Dovrebbero piuttosto scaturire da un percorso condiviso - dicono - e rappresentare un dialogo schietto e sincero. La riforma prevede che solo il 50 per cento dei fondi venga destinato ai Centro Servizi del volontariato (gestito da volontari), e che il restante 50 passi alla competenza dei Comitati di gestione i cui componenti sono rappresentati principalmente da fondazioni di origine bancaria. L'approvazione del decreto all'articolo 17 comporterebbe quindi maggiori vincoli ed una consistente riduzione dell'autonomia e delle risorse destinate al volontariato.

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19 aprile 2005
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