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La Cosac di Stoccolma
insiste per il coinvolgimento immediato
Sarà scritto dai
Parlamenti
il prossimo Trattato dell'Unione
Via libera anche
all'allargamento accelerato prima delle elezioni europee del 2004
di Tino Bedin
L'Europa è così cresciuta che i governi non le bastano più. All'Europa di oggi, a
quella che nascerà dall'allargamento sono indispensabili i parlamenti nazionali. Dopo
essere stato posto come elemento in grado di migliorare e garantire stabilmente la
legittimazione e la trasparenza democratiche dell'Unione europea, il ruolo dei parlamenti
nazionali diventa un elemento della futura architettura dell'Unione. Lo hanno riconosciuto
i governi, nella dichiarazione annessa al trattato di Nizza, e i Parlamenti nazionali non
si sono lasciati sfuggire la prima occasione utile per incassare il risultato e
collaborare su questa materia.
L'occasione è stata la semestrale riunione della Cosac, cioè della Conferenza degli
organismi parlamentari specializzati in affari europei. L'incontro si è svolto a
Stoccolma, "capitale di turno" dell'Unione, la scorsa settimana ed ha visto la
partecipazione sia dei parlamenti dell'Unione che dei parlamenti dei paesi candidati
all'allargamento.
L'allargamento è del resto il punto qualificante della Presidenza svedese, che lo
considera una delle condizioni per accrescere il consenso della propria opinione pubblica
all'Europa. Dalla Cosac di Stoccolma è venuto sull'argomento un esplicito e generale
consenso dei Parlamenti, con due indicazioni operative: procedere alla ratifica del
Trattato di Nizza entro il 2002 e puntare ad accogliere i primi nuovi membri dell'Unione
in modo che le elezioni europee del 2004 sanciscano già l'avvenuto allargamento. La
piuttosto ridotta la delegazione italiana (nessun rappresentante della Camera, mentre per
il Senato eravamo in due, entrambi dell'Ulivo) non ha consentito di verificare se il
centro-destra italiano sia allineato alle posizioni di Tremonti e alle sue frenate
sull'allargamento.
Il punto sul quale più ha lavorato la Presidenza svedese della Cosac è stato comunque
quello sul contributo che i parlamenti nazionali potranno dare al dibattito sul futuro
dell'Europa: contributo non solo politico, ma anche decisionale, secondo la ormai diffusa
convinzione della maggioranza dei paesi membri. Per la prossima modifica dei Trattati
dell'Unione il metodo della Conferenza intergovernativa è considerato inadeguato. Tutti
valutano positivamente l'esperienza della Convenzione, cioè dell'organismo che ha scritto
la Carta dei diritti fondamentali. Quel metodo appare valido anche per lo sviluppo dei
trattati europei, in quanto consente la partecipazione diretta e fin dall'inizio dei
Parlamenti nazionali, che finora sono chiamati solo alla ratifica. Su questo principio il
consenso in Europa è acquisito. A Stoccolma si è registrato che il dibattito deve
chiarire meglio lo strumento: vi si innesta infatti un dibattito parallelo sul ruolo di
istituzioni fondamentali quali il Consiglio ed il Parlamento europei. Questo ha reso
difficile il dialogo a Stoccolma (con Italia, Germania e Belgio decisi per la Convenzione)
ed altri (Spagna, paesi nordici) più possibilisti. Ma sulla partecipazione dei Parlamenti
nazionale all'elaborazione dei Trattati non si torna indietro, tanto che la Cosac ha
chiesto di associare subito al processo anche i Parlamenti dei Paesi candidati.
27
maggio 2001 webmaster@euganeo.it |
il
collegio senatoriale di Tino Bedin |